Come è sempre stato, a borse chiuse si ragiona
meglio. Cercheremo quindi di condividere con voi alcune riflessioni a riguardo
delle sfacelo economico e finanziario causato dal covid19 cercando di
evidenziare quello che ci sembra oramai chiaro, da quanto invece è ancora velato da una patina d’incertezza.
Vorremmo quindi, in primis nei confronti noi stessi, prestar fede al
Governatore dello Stato di NY Cuomo, che qualche giorno fa ha affermato: “E’
preoccupante ma bisogna cominciare a dire la verità” riferendosi ovviamente al
virus e alle sue conseguenze a corto e lungo termine.
Eccovi,
in ordine sparso, quanto ci pare già
scontato:
. Dalla fine del mese di marzo in occidente
siamo entrati in guerra: le armi sono ancora negli arsenali e lì ci rimarranno;
il nemico questa volta è invisibile ma subdolo, invasivo e apparentemente
invincibile. Ed è pure un codardo, si accanisce con i più deboli togliendoli il
respiro… Non esiste scenario di guerra senza che, economicamente parlando, gli
si possa affiancare un periodo piu’ o meno lungo di recessione. Stanno facendo di tutto per
evitarla, ma ci sembra una battaglia già persa. Le conseguenze di una
recessione si faranno sentire anche sui bilanci di moltissime società per
parecchi trimestri. Qualcuna ci lascerà le penne: questa volta, non si riuscirà
a salvare tutti come nel 2008 (Lehman a parte, ma quello faceva parte a nostro
giudizio di un pericoloso esperimento: lasciamo fallire una banche per vedere
cosa succede…) Il nervosismo in borsa è
più che giustificato
. Per la ricostruzione dovranno intervenire
gli Stati, se ne facciano una ragione la Merkel e la von der Leyen. Purtroppo i
costi peseranno sulle spalle delle generazioni a venire. La nostra di
generazione, probabilmente tirerà un sospiro di sollievo per lo scampato
pericolo: per pagare i debiti ci sarà
sempre tempo. Ammettiamolo, da Reagan in
poi siamo stati cresciuti con questo principio che è oramai parte del nostro
dna.
. Abbiamo preso coscienza che la salute dei
cittadini non può essere demandata al mercato o governata con i suoi principi:
se fallisce il sistema abbiamo un problema! La spesa pubblica va ripensata
drasticamente.
Alla stessa stregua vanno ripensati gli orientamenti che spingono la produzione a delocalizzazioni selvagge: anche questo è un tema che va ripreso al più presto e rivisitato in profondità. Nel gennaio del 2019 l’Economist parlava di “slowbalization” in riferimento alla necessità di rallentare la globalizzazione; ci permettiamo di estendere il concetto e potremmo invocare una bella “slowdelocalization”!
Alla stessa stregua vanno ripensati gli orientamenti che spingono la produzione a delocalizzazioni selvagge: anche questo è un tema che va ripreso al più presto e rivisitato in profondità. Nel gennaio del 2019 l’Economist parlava di “slowbalization” in riferimento alla necessità di rallentare la globalizzazione; ci permettiamo di estendere il concetto e potremmo invocare una bella “slowdelocalization”!
. Per quanto riguarda i mercati finanziari è
abbastanza probabile che i portafogli di molti istituzionali e grossi
investitori (soprattutto gli speculativi) si sono riallineati e questo dovrebbe
metter fine a quei ribassi selvaggi che erano anche il frutto dei margin calls.
Anche se i movimenti giornalieri ancora per un po’ rimarranno accentuati (anche 3-4% al giorno
in su o in giu’ ).
Quello
che ci sembra ancora poco chiaro e che da fastido agli investitori
. Fino a quando durerà la pandemia? E’ abbastanza
probabile che si potrà ragionevolmente intravvedere una fine solo quando ci
sarà il vaccino: un anno, un anno e mezzo? Ci stanno lavorando in tanti, forse
anche meno… speriamo! L’incertezza è una delle cose maggiormente odiate dai
mercati finanziari. Armiamoci di pazienza.
. Siamo molto interessati a tutte quelle
azioni che pagano un dividendo attraente e ce ne sono molte: non è ancora certo
se siano in grado di confermare una distribuzione così generosa. Faranno di
tutto per accontentare gli azionisti ma intanto si cominciamo a registrare un
numero crescente di società che rinunciano agli già annunciati share buybacks,
vediamo se il prossimo passo sarà di ridurre anche i dividendi.
Non rinunceremo comunque ad esporre una lista
di società che pagano ricchi premi…
. Ci
stiamo chiedendo se dobbiamo continuare a valutare il mercato con i vecchi e
classici parametri quali ad esempio il P/E dal momento che stimare gli utili
futuri non sarà facile. Meglio forse il Price/Boock value? Infondo dopo questi
scrolloni di borsa ci sono aziende che quotano meno del loro valore intrinseco:
forse una ragione ci sarà, ma non è vero che il mercato non sbaglia mai.
Faremo un bell’esercizio in settimana e
vediamo se esce qualche cosa di bello…
. Siamo anche molto curiosi di vedere se prima
o poi l’inflazione si farà viva: è morta da anni ma un suo ritorno potrebbe
essere una delle conseguenze di questo virus… vedremo come si comporteranno le
banche centrali.
Domani mattina vedremo come reagiranno le
borse asiatiche ed europee al -4% dell’america di venerdi’ e siamo curiosi di
vedere se resteremo nella banda di oscillazione che vi abbiamo indicato
(8600/9600 dello SMI).
Inoltre domani ci aspettiamo una presa di
posizione delle grandi banche svizzere a proposito dello spinoso capitolo dei
tassi negativi che colpiscono le giacenze in conto corrente sopra certi
importi: forse ci sarà una positiva sorpresa a tal proposito… ve ne daremo notizia.
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