mercoledì 29 aprile 2020

PIL usa e SMI


Se rileggete con attenzione gli appunti dei giorni passati, eravamo convinti che il mercato non avesse più la forza necessaria per far un ulteriore balzo verso l'alto. Lo scenario più appropriato ci sembrava quello dello spostamento laterale, che prima o poi sarebbe sfociato con una rottura verso il basso e noi pronti a vendere.

Invece siamo stati, ma non ci dispiace più di tanto, smentiti dai fatti e ieri abbiamo assistito al superamento della resistenza a 9800 punti supportata anche da un aumento dei volumi (vedi freccia rossa).
Non possiamo essere certi di nulla ma questo sforamento, sicuramente causato dalla rotazione settoriale (meno farma  e più banche/assicurativi), può ora continuare fino all'incrocio della media mobile dei 200 giorni (linea gialla poco visibile ma l'incrocio potrebbe arrivare a ridosso dei 10'000 punti).

Mentre stiamo scrivendo, annotiamo che i mercati se ne sono fatti un baffo dei dati macro americani pubblicati oggi,  che segnalano un PIL a -4.8 (atteso -4%) e spingono l'economia USA in prossimità di una recessione, ma si sono concentrati sull'annuncio di Gilead Sciences e sui riscontri positivi ottenuti dal test clinico sul farmaco Remdesivir in ottica anti-Covid19. 

E' chiaro che se in tempi brevi, un farmaco od un mix di farmaci,  si dimostrasse efficace, molto probabilmente dovremo riscrivere un pezzettino degli scenari catastrofici disegnati da non pochi analisti. Il mercato per il momento si sta prendendo sulle sue spalle una bella serie di rischi anticipando, e non di poco, una sorta di pseudo ritorno alla normalità. Non si spiegano altrimenti certe performances che sono ovviamente sostenute da una marea di liquidità in cerca di un approdo.

A questo punto intuiamo che il rischio maggiore dei prossimi mesi, non è costituito da una miriade di dati economici che saranno disastrosi ma già in parte "digeriti" dai mercati, ma il rischio supremo è quello di un eventuale riacutizzarsi dell'epidemia e relativa lockdown.

lunedì 27 aprile 2020

smi


Questa mattina l'indice SMI ce l'ha messa tutta per tentare di superare (e restarci..) i 9770...sarebbe stato un bel segnale, ma nel pomeriggio è rientrato nel canale si scorrimento laterale. A darsi da fare sono stati i bancari e gli assicurativi che finalmente hanno dato un segnale che sono ancora vivi...!

Domani come segnalato venerdì, sarà il turno di Novartis e UBS di pubblicare i dati del primo trimestre: ci aspettiamo dei bei numeri su Novartis (cifra d'affari attesa 11.9 mia / 11.1 T12019; Ebit di 3.7 mia/3.2 T12019).

 Per UBS, che in parte aveva già svelato nelle settimane scorse qualche numero sul trimestre (1.5mia $), siamo curiosi più che di conoscere i numeri, di vedere quale sarà la visione per il restante dell'anno, sempre che un tale esercizio sia possibile considerate le incertezze che abbiamo davanti a noi. Non ci risulta che abbiano già annunciato quanto hanno messo a riserva per i problemi legati al covid19 e se l'hanno fatto non ce ne siamo accorti...

Anche se non ci aspettiamo comunicazioni di rilievo, le riunioni di Fed (mercole) e BCE (giove) sono sempre momenti di confronto con istituzioni che possono sorprendere (nel bene e nel male soprattutto quando candidamente la Lagarde se ne esce con un "non siamo qui per chiudere gli spread" che per quanto avesse ragione il mercato non l'ha presa benissimo...)

domenica 26 aprile 2020

Un paio di annotazioni

La domenica mattina, soprattutto se siamo ancora costretti a stare a casa,  è sempre un buon momento per condividere qualche impressione su quanto sta accadendo nel mondo dell'economia e della finanza. Oggi due brevi riflessioni a proposito dei deficit pubblici e qualche breve annotazione sulle società automobilistiche  europee.

Qualche rapito calcolo fatto dal Fondo Monetario Internazionale ha stabilito che la diminuzione del PIL delle economie avanzate alle prese con il Covid19 , porterà mediamente ad una riduzione del PIL 2020 dell'11%.

E' chiaro a tutti che, per il momento, l'unica via di contrasto alla contrazione economica è quella di aumentare in modo importante il livello dei debiti governativi che, senza eccezioni, stanno subendo o subiranno aumenti considerevoli.

Se è fondamentale tenere il livello d'indebitamento sottocontrollo, è ancora più importante  capire quali saranno i costi di finanziamento dei nuovi debiti: per nostra parziale tranquillità, il regime di tassi vicini allo zero rende questa mole di debiti ancora  piuttosto sostenibile e l'assenza d'inflazione, giustificata dal calo dei consumi e dal basso prezzo del petrolio,  è garanzia per il momento che aumenti del costo del denaro non sono per domani, anzi, potrebbe ritardare per decenni come il modello Giapponese ci insegna.

Ovviamente non diamo nulla per scontato: cosa potrebbe succedere dopo la fine di questa pandemia resta ancora un mistero. Ci verrebbe da pensare che per un po' non avremo una gran voglia di gettare del denaro dalla finestra, ma la mente umana e soprattutto i comportamenti delle masse non sono sempre facilmente prevedibili. E se fossimo tentati di buttarci sugli acquisti? Come reagirebbe il sistema produttivo?  Ce la farà a sostenere la domanda ora che una buona parte della catena dei rifornimenti è andata  quasi persa?
Ci saranno dei rigurgiti inflazionistici?

Sono anni che stiamo aspettando il ritorno di una moderata inflazione (obiettivo delle  banche centrali: 2%) che per il momento manca all'appello, ma se dovesse far capolino speriamo di poterla tenere sotto controllo,  altrimenti come reagiranno le autorità monetarie? Alzando il costo del denaro? Allora sì che la montagna di nuovi debiti farà veramente paura...

Certo che,  un po' di inflazione si mangerebbe con il tempo parte del debito accumulato, ma se non avrà nessuna intenzione di farsi avanti, ecco allora altri problemi all'orizzonte per quel che concerne la quadratura dei bilanci nazionali: la tentazione di aumentare le tasse (soprattutto quelle indirette) , colpire gli eredi con tasse di succesione importanti o attaccare in un qualche modo i risparmi dei contribuenti potrebbero essere delle soluzioni praticabili. Teniamoci pronti.

Ovviamente ne rimarrebbe una di soluzione, semplice e politicamente sostenibilissima, mandare la fattura ai posteri!


***

La scorsa settimana ci stavamo interessando ai produttori di auto europei: le quotazioni sono in cantina e ci stavamo ponendo una serie di domande inerenti soprattutto la credibilità creditizia delle stesse. Sappiamo tutti quanto questo settore sia importante non solo per la Germania ma per l'Europa tutta...

Qualche analista ha provato a fare i conti in tasca alle case produttrici ed hanno calcolato che da qui alla fine dell'anno potrebbero bruciare fino a 50 miliardi e restare senza cassa. Abbastanza probabile che saranno costrette a diminuire fino ad annullare i dividendi. Le basse quotazioni in borsa dei loro titoli per il momento sono purtroppo giustificate.

Il 5 maggio i produttori di auto tedeschi avranno un incontro con Frau Merkel per capire come uscire da questo pantano e noi saremo attenti osservatori.

Le incognite da affrontare saranno molte: dalle nuove regole sanitarie da adottare lungo le catene di montaggio, allo sviluppo costosissimo delle auto elettriche,  fino all'analisi dei cambiamenti del comportamento delle masse con il dilemma del lavoro da casa  (la vera "scoperta" di questa pandemia) che potrebbe far diminuire gli spostamenti e il rilancio  del dibattito sull'utilizzo dei mezzi pubblici versus uno spostamento sui mezzi privati.
C'è parecchia carne sul fuoco. Affaire à suivre...

Buona domenica!


venerdì 24 aprile 2020

smi-oil-EU



Eccoci arrivati in un batter d'occhio ad un passo dal week end, con un indice SMI che si sta evidentemente appiattendo ed è sorretto dai soliti 3 titoli: Roche in primis, seguito oggi da Nestlé che ha riportato risultati trimestrali decenti (+3%) ed in misura minore da Novartis in attesa del 28.4 quando pure lei in compagnia di UBSG e ABBN pubblicheranno il primo trimestre. Non nascondiamo la nostra curiosità per i risultati della prima banca svizzera della quale ci interessa soprattutto sapere quanti milioni avrà accantonato per far fronte al dissesto del covid19.

Tornando all'indice SMI non sarà facile superare la resistenza statica a 9720... quindi ci  aspettiamo, nelle migliori delle ipotesi,  uno spostamento laterale caratterizzato da una rotazione settoriale che non fa danni,  ma di progressi ne vedremo pochi.

Ieri l'EU ha partorito un topolone da 1500 mia, ma le incognite sui meccanismi che lo reggono (un po' prestito, un po' a fondo perduto) non sono chiari e ci vorranno mesi per capire come e quando verranno distribuiti: nel frattempo chi oggi già boccheggia, quando avranno deciso sul come e sul quando,  sarà clinicamente morto. Purtroppo dai nostri contatti italiani sappiamo che sono in parecchi ad essere in questa situazione. Le borse europee stamani erano sotto un treno...

Non hanno fatto una piega invece le borse americane  neppure confrontate con quasi 26 milioni di disoccupati, i trilioni della FED stanno calmierando gli animi e gli assegni promessi da Trump stanno raggiungendo le famiglie. Insomma tempistiche diverse...

Restiamo su Trump che una ne pensa e l'altra e se l'inventa: pare abbia trovato una soluzione per combattere il covid19 tramite comode iniezioni di disinfettanti...avremmo voluto vedere l'espressione dello staff medico della Casabianca quando ha proposto alla Nazione il rimedio...



Siamo da giorni sollecitati a proposito del petrolio e ci chiedono di trovare la via più efficiente per sfruttare finanziariamente un ritorno alla normalità. Come vi abbiamo già sottolineato non è facile tradare materie prime,  soprattutto se quest'ultime sono in un eccesso di contango (il prezzo spot è più a buon mercato del prezzo dei futures),  che rendono tutti i derivati difficili da manipolare. Anche gli ETF in questo caso non sono efficienti in quanto pure loro costituiti da futuri che devono essere costantemente rollati.

Una soluzione abbastanza efficiente è quella di raggruppare in un basket una ventina di società con alta correlazione al prezzo del petrolio: ne stiamo preparando uno pronto per inizio della prossima settimana...

Buon Week End!



mercoledì 22 aprile 2020

EU meeting



Oggi vogliamo parlare non di borsa, dobbiamo ammettere che per il momento siamo un po' a corto di argomenti interessanti, ma desideriamo portare la vostra attenzione sul vertice UE di domani.

Come forse ricorderete, l'accordo dell'Eurogruppo del 9 aprile, dopo molti tentativi e interminabili ore di lavoro, aveva partorito un topolino avente le sembianze di un "fondo di recupero" finanziato da "strumenti finanziari innovativi" ed è proprio quest'ultima affermazione che ci ha particolarmente stuzzicato: di strumenti finanziari ne abbiamo visti a tonnellate e vi garantiamo che essere innovativi in quest'ambito non è un'impresa facile, da qui la nostra malcelata curiosità.

Il problema da risolvere è apparentemente piuttosto semplice: si tratta di scucire dei fondi, definiamoli pure di solidarietà,  da parte dell'EU per fare fronte alla mole di problemi che il covid19 ha scatenato. E' abbastanza evidente che il virus è stato maggiormente virulento al sud che non al nord ed è altrettanto evidente che l'Italia in primis, ma anche Spagna e Francia, da sole il problema non lo possono risolvere senza l'aiuto dell'Europa.

Quindi domani si dovrebbe semplicemente accordare un finanziamento a questi paesi,  ma il grosso del problema è sapere se i debiti che si faranno saranno condivisi oppure no da tutta l'Europa.
Come al solito è il sud spendaccione che si contrappone all'austero nord. Come andrà a finire? Probabilmente in un nulla di fatto e ci vorranno parecchi tentativi per trovare non tanto "gli strumenti finanziari innovativi" ma  un'ennesima innovativa formula che maschererà un classico compromesso per la buona pace di tutti. Staremo a vedere...

Intanto l'EUR/chf è da settimane che gode del supporto della BNS a 1.05 o giù di lì... fino a quando la nostra banca nazionale non perderà di punto in bianco la pazienza e allora saran guai per tutti: l'ha già fatto una volta il 15.01.2015... e chi se lo dimentica!





martedì 21 aprile 2020

smi & altro

Oggi siamo in correzione e non poteva essere altrimenti; dopo lo spettacolo offertoci ieri dallo WTI non ci aspettavamo altro:  se da un lato ci fa sorridere il fatto che se ieri ti presentavi al terminal di raccolta del petrolio made in USA ti pagavano 35$ per portarti a casa un barile, dall'altro è un altro dei segnali che ci arriva dall'economia reale che ci segnala ne più ne meno che stiamo andando verso un periodo di difficile decifrazione della realtà. E' risaputo che quando i mercati iniziano a non più vederci chiaro, ammesso e non concesso che la finanzia sia un mondo dominato dalla trasparenza, i risultati sono un aumento del nervosismo e del VIX (siamo a 46.5) che si tramutano in perdite sonanti come quelle di oggi,  alimentate anche dal fatto che un numero sempre più alto di aziende stanno ritirando le guidances per il 2020 e quindi si naviga a vista...

Va anche detto che i rialzi delle scorse settimane sono state accompagnati dai soliti volumi non  eccezionali ed hanno quindi il sapore del rimbalzo piuttosto che di un cambio di trend permanente.

In breve qualche altra notizia fornitaci dal nostro cambista che ringraziamo calorosamente:


  • Continuiamo ad osservare una divergenza significativa in termini di valutazione tra i comparti Bond, Fx & commodity rispetto all’ Equity
  • Il primo segmento sembra piu’ severo nel giudizio dell’impatto economico da covid19 mentre azionario appare sicuramento piu’ ottimista
  • Se osserviamo il price earning di S&P atteso a 25 con utili aziendali stimati di scendere del 35% in media vista la difficolta’ nel valutare la durata della pandemia, questo multiplo appare anche troppo generoso
  • Continua la fuga dello spread btp-bund a 250bp  in assenza di una parola definitiva sulla emissione di eurobond con garanzia europea
  • La speculazione vede L’ Italia all’interno di una tempesta perfetta, crollo del PIL , debito alle stelle senza un sostegno sostanzioso da parte dell Eu i rendimenti del Belpaese potrebbero raggiungere 300 bp rispetto al bund (vedi immagine qui sotto)
 
 
 
 
 

lunedì 20 aprile 2020

Petrolio parte 2

Riceviamo da parte del nostro cambista una nota riguardante il petrolio americano (WTI) che qualche minuto fa per la scadenza di maggio è andato in negativo!
La condividiamo volentieri:

Il 10 aprile l'OPEC+ ha raggiunto un accordo sul taglio della produzione del petrolio pari a 9.7 milioni di barili al giorno. Tuttavia, la domanda resta molto debole e la curva dei future del WTI e Brent sono fortemente in contango; questo presuppone un'offerta ancora molto alta. Infatti, l'accordo dell'OPEC+ non ha convinto i mercati, e le varie politiche fiscali e monetarie messe in campo dai vari paesi, fanno in modo che la domanda di petrolio resti comunque bassa. Fin quando le attività produttive non ripartiranno la situazione rimarrà difficile; e proprio questo ultimo punto è il fattore che sta guidando l'andamento del prezzo del petrolio. Un altro aspetto è di natura tecnica e riguarda la scadenza del contratto future sul WTI di maggio previsto proprio per domani (21.04.2020); in questo caso si ha un prezzo ancor più sotto pressione in quanto il WTI (il greggio USA) è legato a problematiche di stoccaggio/logistica a differenza del Brent. Le scorte di greggio a Cushing, in Oklahoma (il principale centro di stoccaggio degli Stati Uniti) ha visto un aumento del 48% fino a 55 milioni di barili dalla fine di febbraio. Al 30 settembre, lo stesso centro di stoccaggio aveva una capacità massima di 76 milioni di barili.  Ovviamente, tale problematica si riflette quindi sul prezzo. Riteniamo dunque sia importante non utilizzare l'ETF sul petrolio proprio per la sua inefficienza (attualmente l'etf si è posizionato sui contratti di luglio e quindi su un prezzo nettamente più alto rispetto al contratto di maggio), ma piuttosto di optare per singoli titoli / etf sull'MSCI World Energy.

CURVA DEI FUTURE WTI e BRENT



Contratto di maggio in scadenza domani quota -35$ ( non e’ un errore ) e’ un forte incentivo per il ritiro fisico.  😊

Petrolio- SMI


Protagonista indiscusso della giornata è il petrolio, soprattutto quello di estrazione americana (WTI) che oggi ha subito un crollo del 37% (non succedeva dal 1982, altri tempi). Abbiamo già evocato qualche post fa le ragioni che stanno spingendo l'oro nero verso il basso. La crisi innescata dal covid19, ha quale diretta conseguenza un calo della domanda stimata per il momento tra i 25 e i 29 milioni di barili al giorno. Il taglio di 10 mio dell'altro fine settimana non è stato sufficiente. Si continua a pompare e a frastagliare le zone petrolifere ma i depositi iniziano ad essere insufficienti. L'America non esporta greggio e quindi o tagliano la produzione oppure devono svendere ed è quello che sta succedendo.
Il Brent estratto nei mari del Nord è meno toccato in quanto lo stoccaggio avviene anche sulle superpetroliere ed è più facilmente manovrabile.
Se dobbiamo essere sinceri, la quotazione del petrolio, ci pare un indicatore più affidabile di quanto sta effettivamente accadendo all'economia reale: le borse, che dovrebbero essere dell'economia lo specchio, in questo momento sembrano voler negare lo scenario catastrofista e, soprattutto quella legata alla tecnologia americana , ha il vento in poppa: -3.59% ytd... come se non fosse successo nulla... ci pare molto strano.
Le borse europee invece ci sembrano un pochino più realiste, anche perché l'erogazione dei fondi promessi dall'UE non è per domani...

La borsa Svizzera pure lei fa eccezione... siamo a 9660 punti, -9% ytd, non male, ma è trascinata dal solito trio (NESN, ROG e NOVN) e quindi non è proprio molto rappresentativa dello scenario economico del nostro paese. Per il momento ci è sembrato più corretto ritracciare il supporto dinamico e vediamo chiaramente come anche lo SMI si sta appiattendo un po' come la curva dei contagiati... magari avrà la forza di superare i 9700 punti ma per il momento consigliamo ancora prudenza

giovedì 16 aprile 2020

pull back?


Vi riproponiamo il grafico dello SMI dove possiamo vedere, dopo la rottura del supporto, una tentativo di rimbalzo verso quello che due giorni fa era il supporto dinamico (linea rossa bassa) che potrebbe essere ora considerata la nuova resistenza: è abbastanza probabile che nei prossimi giorni si possa vedere l'indice evolvere verso i 9650 punti, raggiungere la resistenza,  e poi vedere se rientra nel canale rialzista oppure torna indietro confermando la rottura del supporto di due giorni fa. Tecnicamente questo movimento è chiamato pull back, una sorta di pausa di riflessione del mercato,  prima di decidere la direzione da prendere. Spesso inganna i rialzisti...Vedremo.

Male, anzi molto male, le banche soprattutto quelle svizzere... difficile capire il perché ma forse la forza del chf potrebbe spiegare alcune cose: stiamo vedendo un euro/chf appeso con i denti al filo degli 1.05, prima o poi si spacca e vedremo cosa farà la BNS...

Oggi in buona forma (da qualche giorno a dire il vero) tutto il settore farmaceutico. Roche in primis. Abbiamo ricevuto informazioni di prima mane (e di qualità...) a riguardo del lavoro che Roche sta compiendo a proposito della combinazione di farmaci già sul mercato per attenuare gli effetti del covid19, importante tappa prima di arrivare al definitivo vaccino.
Sempre la stessa autorevole fonte ci conferma che a NY in effetti la curva degli infetti si sta appiattendo, si muore ancora molto, ma la situazione si sta stabilizzando confermando (per una volta) i tweets di Trump... Bolla invece come "coglionate" (e detto da lui la cosa assume un valore specifico importante) tutti i test rapidi di qualsiasi genere per capire se si è stati contagiati, se si è immuni e tutto il resto. Quindi per il momento il consiglio è di non buttare soldi in acquisti di apparecchi privi di significatività medica e statistica.

Dai, non possiamo esimerci dal commentare anche i nuovi 5'245'000 disoccupati americani che portano a 22mio  i senza lavoro. Da che preoccuparsi.... ma la buona notizia è che se ne aspettavano di più! (5.5 mio) e quindi per la logica perversa del mercato si festeggia questo numero con un ribasso del Dow dello 0.75%... nulla di grave ma se ben ricordate, confrontati con i numeri devastanti delle scorse settimane la borsa USA ha solo che festeggiato... Ma è anche vero che oggi la FED non ha battuto ciglio...

 

mercoledì 15 aprile 2020

Correzione...


A riportarci con i piedi per terra, sono stati i risultati delle banche americane del primo trimestre e quello che ha messo in allarme sono soprattutto gli accantonamenti che sono già stati fatti in vista dei potenziali fallimenti: JP Morgan 8.4b, Gs 3.2b, BoA 4.8b e questo senza avere ancora dati certi.

C'era da immaginarselo direte correttamente voi, ed in effetti non poteva essere altrimenti.
Ma come sempre, pur sapendolo, quando i dati li vedi effettivamente pubblicati fanno ancora un certo effetto e danno avvio alle prese di beneficio. La Svizzera non fa eccezione: ad esser colpite sono soprattutto le banche e i finanziari in generale. Pharma e alimentari sono colpiti solo di striscio.

Leggevamo questa mattina che lo S&P500 ieri aveva un P/E di 19, praticamente lo stesso di un mese fa ad inizio crisi: qualche cosa in effetti non gioca...

Se cliccate sul grafico per una miglior visione, abbiamo evidenziato lo sfondamento del supporto dinamico, un primo segnale che potremmo essere vicini ad un cambiamento del trend: è vero che quando il canale del trend è così ripido e stretto ci possono essere molti "falsi segnali" ma considerata la situazione preferiamo considerare quello che si è generato oggi molto sul serio. Un alleggerimento delle posizioni non è uno sbaglio...

Domani ci sarà inoltre il solito dato sui nuovi disoccupati made in USA e le aspettative sono per 5.5 mio di nuovi  senza lavoro che, se confermati, portano la conta a 21 mio in 4 settimane.

martedì 14 aprile 2020

I rialzi continuano...

Rieccoci! Dopo il lungo fine settimana pasquale le borse di tutto il mondo hanno continuato il loro cammino al rialzo, stimolate dagli interventi governativi straordinari che a suon di trilioni stanno mettendo pezze a destra e a manca. Bello, ma come diciamo da un po', è pure inquietante. Per il momento segnali di inversione di tendenza non ve ne sono... si flirta con la linea di supporto dinamica che per il momento tiene. A 9700 o sù di lì , incontreremo a breve una resistenza, magari una mini presa di profitto potrebbe essere una mossa intelligente


Nel frattempo alcuni asset difensivi, leggi chf (soprattutto contro euro) e oro, stanno facendo il loro dovere. Non sappiamo fino a quando la BNS potrà continuare a calmierare il chf che rimane richiestissimo.
L'oro, vedi grafico, sta andando verso i massimi storici (1921$ oncia del settembre 2011)... chi ha oro se lo tenga stretto...

Insomma, siamo confrontati con le solite contraddizioni: da  un lato mercati azionari che fan festa come se non ci fosse un domani, mentre oro e chf ci dicono che una parte degli investitori teme per il futuro prossimo... stanno uscendo i dati del primo trimestre delle aziende... nei prossimi giorni vi terremo al corrente se da questi numeri si potrà già dedurre qualche cosa anche a riguardo dei numeri del trimestre in corso che evidentemente saranno importantissimi per capire tante cose.
A proposito, il VIX continua a scendere: siamo a 38.80

domenica 12 aprile 2020

The Economist: riflessioni

Sull'ultimo numero del The Economist in edicola da giovedì, sono pubblicati una serie di articoli molto interessanti che si interrogano su quali saranno i nuovi scenari economici post Covid19.

L'editoriale, che abbiamo passato per comodità in un traduttore automatico che fa un discreto lavoro, è già di per sé molto denso e ve lo proponiamo come base per delle future riflessioni. Ci permettiamo di evidenziare i passaggi che a noi sembrano più significativi; seguiranno alcune note. Buona lettura.

Da The Economist , April 11th 2020, pag 7

La maggior parte dei capi e dei lavoratori ha già attraversato crisi economiche. Sanno che ogni volta l'agonia è diversa e che ogni volta gli imprenditori e le imprese si adattano e si riprendono. Anche così, lo shock che attraversa il mondo degli affari è scoraggiante. Con paesi che rappresentano oltre il 50% del PIL mondiale in isolamento, il crollo dell'attività commerciale è molto più grave che nelle precedenti recessioni. La via d'uscita dal blocco sarà precaria, con consumatori inquieti, un ritmo di stop-start che inibisce l'efficienza e nuovi complicati protocolli sanitari. E nel lungo periodo le aziende che sopravvivono dovranno padroneggiare un nuovo ambiente, poiché la crisi e la risposta ad essa accelerano tre tendenze: un'adozione energizzante delle nuove tecnologie, un inevitabile ritiro dalle catene di fornitura globali a ruota libera e un preoccupante aumento di oligopoli ben collegati.


Molte aziende ci stanno dando un volto coraggioso. Inondate di adrenalina, i capi stanno trasmettendo messaggi entusiasmanti al loro personale. Normalmente i giganti delle aziende spietate si arruolano nel servizio pubblico. lvmh, la fornitrice parigina del profumo Dior, distilla i profumi Dior, la General Motors vuole produrre ventilatori e pickup, e il fondatore di Alibaba distribuisce maschere in tutto il mondo. I rivali spietate nel commercio al dettaglio stanno collaborando per garantire che i supermercati siano riforniti. Poche aziende quotate in borsa hanno reso pubblici i calcoli dei danni finanziari derivanti dal congelamento degli affari. Di conseguenza, gli analisti di Wall Street prevedono solo un leggero calo dei profitti nel 2020.

Non fatevi ingannare da tutto questo. Nell'ultima recessione due terzi delle grandi imprese americane hanno subito un calo delle vendite. Nel trimestre peggiore il calo mediano è stato del 15% su base annua. In questo periodo di recessione saranno comuni cali di oltre il 50%, poiché le strade principali diventano città fantasma e le fabbriche vengono chiuse. Numerosi indicatori suggeriscono uno stress estremo. La domanda globale di petrolio è scesa fino a un terzo (vedi articolo); il volume delle automobili e dei pezzi di ricambio spediti sulle ferrovie americane è sceso del 70%. Molte aziende hanno solo scorte e denaro sufficiente per sopravvivere da tre a sei mesi. Di conseguenza, hanno iniziato a licenziare o a licenziare i lavoratori. Nella quindicina di giorni fino al 28 marzo, 10 milioni di americani hanno chiesto il sussidio di disoccupazione. In Europa forse un milione di imprese si sono affrettate a chiedere sussidi statali per i salari del personale inattivo. I dividendi e gli investimenti sono stati tagliati.

Il dolore si acuirà man mano che le inadempienze si propagheranno a cascata attraverso le catene di pagamento nazionali. h&m, un rivenditore al dettaglio, chiede ferie per l'affitto, danneggiando le imprese commerciali. Alcune catene di fornitura che collegano molti paesi sono in stallo a causa della chiusura di fabbriche e dei controlli alle frontiere. Il blocco dell'Italia ha interrotto il flusso globale di tutto, dai formaggi ai componenti delle turbine a getto. Le fabbriche cinesi stanno tornando in azione. I fornitori di Apple insistono coraggiosamente sul fatto che i nuovi telefoni 5g appariranno nel corso di quest'anno, ma fanno parte di un sistema intricato che è forte solo quanto il suo anello più debole. Il governo di Hong Kong dice che le sue aziende sono in subbuglio perché le multinazionali annullano gli ordini e ignorano le bollette. La tensione finanziaria rivelerà alcune frodi sorprendenti. Luckin Coffee, un'enorme catena cinese, ha appena ammesso di produrre i suoi libri contabili.

Nelle due recessioni passate, circa un decimo delle aziende con rating di credito in default in tutto il mondo. La loro sopravvivenza dipende ora dalla loro industria, dai loro bilanci e dalla facilità con cui riescono a sfruttare i prestiti, le garanzie e gli aiuti del governo, che ammontano a 8 miliardi di dollari solo nelle grandi economie occidentali. Se la vostra azienda vende dolciumi o detersivi, le prospettive sono buone. Molte aziende tecnologiche vedono una domanda in crescita. Le piccole imprese ne risentiranno maggiormente: il 54% in America è chiuso temporaneamente o si prevede che lo sarà nei prossimi dieci giorni. Non hanno accesso ai mercati dei capitali. E senza amici ai piani alti, faranno fatica a ottenere l'aiuto del governo. Finora è stato erogato solo l'1,5% del pacchetto di aiuti americani per 350 miliardi di dollari per le piccole imprese e anche lo sforzo della Gran Bretagna è stato lento. Le banche stanno lottando per far fronte a regole contraddittorie e a una marea di richieste di prestiti (vedi articolo). Il risentimento potrebbe infuriare per anni.


Una volta che le uscite dal blocco inizieranno e i test anticorpali si intensificheranno, inizierà una nuova fase intermedia (vedi articolo). Le aziende continueranno a camminare, non a correre (la Cina funziona ancora solo all'80-90% della capacità). L'ingegno, non solo la muscolatura finanziaria, diventerà una fonte di vantaggio, permettendo alle aziende più intelligenti di operare più vicino alla piena velocità. Ciò significa riconfigurare le linee di fabbrica per l'allontanamento fisico, il monitoraggio a distanza e la pulizia profonda. Le aziende che si rivolgono ai consumatori dovranno rassicurare i clienti: immaginate le conferenze che distribuiscono n95 maschere con il programma, e i ristoranti che pubblicizzano i loro regimi di prova. Oltre un quarto delle 2.000 migliori aziende al mondo ha più denaro contante che debiti. Alcune acquisteranno i rivali per espandere la loro quota di mercato o per assicurarsi l'approvvigionamento e la distribuzione.
Il compito dei consigli di amministrazione non è solo quello di restare a galla, ma anche di valutare le prospettive a lungo termine. La crisi è destinata ad amplificare tre tendenze. In primo luogo, una più rapida adozione delle nuove tecnologie. Il pianeta sta facendo un corso accelerato sull'e-commerce, sui pagamenti digitali e sul telelavoro. Altre innovazioni mediche sono in arrivo, tra cui le tecnologie di gene-editing. In secondo luogo, le catene di fornitura globali saranno rifuse, accelerando il cambiamento dall'inizio della guerra commerciale. Apple ha appena dieci giorni di inventario, e il suo principale fornitore in Asia, Foxconn, 41 giorni. Le aziende cercheranno buffer di sicurezza più grandi e una massa critica di produzione vicino a casa utilizzando fabbriche altamente automatizzate. Quest'anno gli investimenti aziendali transfrontalieri potrebbero diminuire del 30-40%. Le aziende globali diventeranno meno redditizie ma più resistenti.

Non passare dalla crisi alla stasi
L'ultimo cambiamento a lungo termine è meno certo e più sgradito: un ulteriore aumento della concentrazione delle imprese e del clientelismo, mentre la liquidità del governo inonda il settore privato e le grandi imprese diventano ancora più dominanti. Già due terzi delle industrie americane sono diventate più concentrate a partire dagli anni Novanta, intaccando la vitalità dell'economia. Ora alcuni potenti boss stanno inaugurando una nuova era di cooperazione tra politici e grandi imprese, soprattutto quelle che si trovano in una lista sempre più ampia di aziende considerate "strategiche". Gli elettori, i consumatori e gli investitori dovrebbero lottare contro questa idea, perché significherà più innesti, meno concorrenza e una crescita economica più lenta. Come tutte le crisi la calamità covid-19 passerà e col tempo si scatenerà una nuova ondata di energia imprenditoriale. Molto meglio se questo non sarà soffocato da un governo permanentemente sovradimensionato e da una nuova oligarchia di imprese ben collegate.



Qualche commento in ordine sparso:

  • il primo commento che ci sentiamo di sottoporvi è quello che riguarda la parte sottolineata in rosso: la reazione dei mercati di questi ultimi 10 giorni è sorprendentemente positiva e ovviamente di questo non possiamo che rallegrarcene : abbiamo però il sospetto che le fila di questo rialzo sono trainate per l'ennesima volta dagli algoritmi che oramai dettano il 75/80% dei movimenti borsistici. E' abbastanza probabile che questi ultimi non siano ancora tarati prendendo in considerazione la nuova realtà; in effetti ha ragione l'Economist nel sottolineare che gli effetti sui conti della maggior parte delle aziende quotate NON si sono ancora visti, o meglio,  nei bilanci del primo trimestre abbiamo solo un piccolo antipasto di quello che potrebbe essere la severa realtà che solo a luglio, quando avremo a disposizione i numerii di Aprile-Giugno, sarà evidente a tutti. Quindi, chi ha tarato gli algoritmi, a) attualmente lo può fare solo presupponendo una diminuzione degli utili per azione ma b) francamente NON è ancora in grado di quantificare di quanto. La conclusione è abbastanza ovvia: per il momento in borsa sta dominando l'azzardo. Nulla contro il rischio ma dobbiamo esserne coscienti. 

  • E' sempre più probabile che dovremo concentrare la nostra attenzione sul settore tecnologico (anche quello cinese) , sulle telecomunicazioni (5g volenti o nolenti), l'e-commerce e la telemedicina: sono i primi settori che vengono in mente pure a noi. Sappiamo che ci sono già ETF dedicati a tutti questi settori per chi non si vuol tuffare su un solo titolo. Ne riferiremo nelle prossime settimane.

  • Leggedo tra le righe di quanto propostoci dall'Economist, ci risulta inevitabile ritornare a parlare delle vecchie regole che sorreggono il modello capitalista: è sempre più chiaro che di crisi in crisi stiamo andando dritti verso l'adozione di un nuovo paradigma dove lo Statonha un ruolo centrale e non può più essere considerato un socio scomodo solo a causa dei prelievi fiscali. Un misto di politica monetaria, politica fiscale e impegno dello Stato sembra essere la nuova ricetta. Negli USA l'hanno già capito e si stanno muovendo rapidamente, in Europa cincischiano come sempre, magari a giusta ragione, ma le decisioni appaiono sempre e solo frutto di compromessi: non per niente in giro per il mondo c'è chi la chiama , l'Europa,  "the sinking museum", il museo che affonda. 

venerdì 10 aprile 2020

Appunti sparsi

  • Ieri abbiamo avuto qualche problema con il sistema e ci è stato impossibile pubblicare i nostri pensieri, poco male, rimediamo oggi.
  • EU: figuraccia! Sono settimane che stanno discutendo sulle urgenti misure da intraprendere per salvare il salvabile e forse, sottolineiamo forse, ieri i ministri delle finanze sono giunti ad un accordo pieno di compromessi. Pare si stia parlando di un intervento da 1000 mia, 500 subito e 500 spalmati nel tempo, per i quali sono previsti forme di finanziamento innovative...non entriamo nel merito, vedremo ora cosa decideranno nelle prossime settimane i leader europei e lasciamoci sorprendere. Altro modo di procedere per risolvere un problema simile, è quello degli Americani: ieri altri 6 mio di nuovi disoccupati e fanno 16mio in tre settimane... è abbastanza probabile che arriveranno a 20/25 a breve, come qualcuno aveva previsto, ma non ci meraviglieremmo di vederne anche di più... JPMorgan si è affrettata a raddrizzare il tiro e prevede un crollo del pil del 40% (-25% la stima precedente) nel trimestre in corso per poi riprendersi velocemente nei due ultimi trimestri. Si diceva di un modo diverso di procedere: due minuti dopo la pubblicazione dei dati sulla disoccupazione, la FED ha stanziato ulteriori 2.3 trillion di $ per far fronte alla crisi... Le tempistiche non sono decisamente quelle europee ed ecco spiegato come mai, per il momento, la borsa americana  sembra non preoccuparsi più di tanto dei milioni di disoccupati e festeggia con 750 punti aggiunti al Dow. A proposito della disoccupazione USA,  date un’occhiata a questo simpatico grafico interattivo proposto dal Corriere della Sera: clicca qui
  • Restiamo in tema Europeo: Die Welt c’è andato giù pesante alludendo al fatto che la mafia italiana stia aspettando gli aiuti europei come manna caduta dal cielo... Indignazione (anche giustificata infondo) del ministro degli Esteri Di Maio che però si è già dimenticato che il leader del suo Movimento 5 Stelle, un tale Beppe Grillo, nel 2014 aveva già espresso un tale parere. 
  • Petrolio: accordo risicato, e conoscendo gli attori coinvolti non ci sorprende,  per un taglio di 10 mio di barili al giorno: troppo pochi, il rallentamento dell’economia mondiale comporta o comporterà una minor domanda di petrolio pari a 25 mio di barili al giorno. Per veder ritornare il prezzo a salire stabilmente ci vuole altro e i paesi produttori lo sanno. Per chi vuol gettare una fische sul tavolo rammentiamo il minifuture della Vontobel, forse con il wti ritornato a 23$ ci può stare  (isin: ch0536557447)

mercoledì 8 aprile 2020

smi


Come vi avevamo annunciato, la giornata di oggi non è stata brillante, ma una correzione dopo diversi giorni di mercato positivo ci sta. Anzi è addirittura salutare.

Per il momento lo SMI si trova ancora all'interno del canale rialzista, ma sta flirtando con il supporto dinamico che potrebbe cedere da un momento all'altro. Poi vedremo se si tratta di un falso segnale oppure se dovremo iniziare a vendere qualche posizione.

Inoltre portiamo alla vostra attenzione il fatto che l'attuale trend rialzista è caratterizzato da volumi giornalieri sempre meno corposi (vedere le due frecce blue che si divaricano). Ciò significa che il trend rialzista è piuttosto debolino e poco sostenuto. Basta poco per fargli cambiar di direzione.

Domani è l'ultimo giorno prima della lunga pausa pasquale e 4 giorni di chiusura delle borse sono, considerando l'emergenza che stiamo vivendo, un periodo molto lungo; non ci meravigliamo se domani sarà un'altra giornata di realizzi.

Una notizia positiva, Olandesi permettendo, potrebbe arrivare dall'Europa: se si trova un accordo sul fondo comune europeo, riporterebbe un po' di ottimismo e magari ridà pure un po' di slancio anche all'euro per buona pace della nostra banca nazionale.

martedì 7 aprile 2020

Festa in borsa



Si continua a fare festa come se non ci fosse un domani... di sicuro un domani ci sarà, ma facciamo ancora fatica a capire come potrebbe configurarsi. Probabilmente ci vorrà parecchio tempo prima di tornare alla normalità ed il nemico, benché invisibile, circolerà tra di noi ancora per un po' modificando i nostri comportamenti e le nostre abitudini che di norma sono passate ai raggi x degli economisti e degli analisti finanziari.

 E' abbastanza probabile che tornare rapidamente a spendere come nel mondo pre-covid19 non sarà facile in quanto staremo di certo sulla difensiva almeno fino a quando non ci sarà il vaccino. Che ripercussioni avrà sulla crescita economica mondiale è presto per dirlo ma qualche contraccolpo lo dovremo mettere in linea di conto.

Sulla scorta di queste osservazioni, ormai neppure troppo originali visto che lo stanno ripetendo in molti, ci chiediamo come si può giustificare sul medio periodo la reazione a "V" che stiamo osservando da qualche giorno sulle borse mondiali. Noi non abbiamo una spiegazione razionale, se non forse la voglia di tornare di gran carriera ad una certa "normalità" (ma che sappiamo che non è per domani) che si incrocia alla paura di perdere il treno del rialzo e quindi "tutti dentro" chi c'è, c'è, tutti gli altri si arrangino.

Per coerenza con quanto detto nei giorni passati, raggiunta la fascia alta di oscillazione prevista (9600/9650) e considerata la velocità del recupero, ci viene voglia di alleggerire qualche posizione, magari di quelle non strategiche, e portiamo a casa qualche guadagno.
Prestiamo molta attenzione all'uscita dell'indice SMI dal canale ascendente (le due linee rosse) soprattutto se verrà sfondato  il supporto dinamico (linea rossa bassa). Se la cosa avverrà, e potrebbe già essere nei prossimi giorni, ve ne daremo notizia.

lunedì 6 aprile 2020

Borse mondiali


Non vi nascondiamo che siamo un po' confusi (e chi non lo è?). I dati macro che arrivano da un gran numero di analisti, sembrano fare a gara a chi prevede lo scenario peggiore... e di scenari non tanto belli in queste settimane ne abbiamo visti tanti.
Ma basta un leggero appiattimento della curva dei contagi (passi in Europa, ma negli USA dove non sono neppure a metà dell'opera...) per mandare i mercati in fibrillazione e chiudere la giornata come se si dovesse far festa. Bello, ma un po' prematuro a nostro giudizio.
Se consideriamo che dai minimi lo SMI ha recuperato i due terzi delle perdite,  possiamo legittimamente credere che una correzione potrebbe anche essere imminente.
Noi stiamo pensando, se continua di questo passo, di alleggerire alcune posizioni che in queste settimane hanno reagito bene... poi le ricompreremo...
In alternativa alla vendita, rimane sempre interessante per il momento scrivere call: la volatilità anche oggi è in calo, confermando quello che abbiamo scritto venerdì (dai 49.76 di venerdì a 44.52 di oggi, quasi dimezzato dai massimi), ma i premi da incassare sono comunque ancora abbastanza ricchi.

Petrolio: la situazione oggi è in fase di stallo... non ne siamo sorpresi, i tatticismi in questo settore sono all'ordine del giorno.
Ci hanno da più parti chiesto se sia possibile fare una piccola speculazione puntando al rialzo del prezzo del wti.
Purtroppo non è facile, abbiamo provato a strutturare qualcosa ma in questo momento la curva forward è in marcato contango (a causa dei costi di stoccaggio, assicurativo e di finanziamento) e rende l'operazione decisamente poco efficiente.
L'unica soluzione che abbiamo trovato è quella di sfruttare un minifuture della Vontobel, l'unico long presente in lista (isin: ch0536557447)

Un amico ci ha chiesto se non sia in corso una guerra batteriologica tra Cina e Stati Uniti e noi Europei siamo un test preliminare?
Prima di tutto sia ai Cinesi sia agli Americani se così fosse,  qualche cosa gli deve essere sfuggita di mano, in quanto ci sembra piuttosto improbabile che si sviluppi un virus e lo si utilizzi impropriamente senza che prima vi sia un valido vaccino di contenimento.
L'ipotesi che il covid-19 sia sfuggito al controllo di qualche laboratorio è stata smentita da alcuni virologi che ritengo la struttura del virus troppo perfetta per essere frutto di una manipolazione da laboratorioIn questo caso la natura sembra ancora insuperabile. Piuttosto rilanciamo la domanda e ci chiediamo: ma se fosse la natura che ha deciso che di noi umani ne ha le tasche piene ed ha sganciato questo avviso batteriologico? Se qualcuno ha una sua teoria a tal  proposito saremo attenti lettori.
Grazie!

venerdì 3 aprile 2020

Dati macro...


Se qualcuno ha ancora dei dubbi che il coronavirus " è un qualche cosa in più di un semplice raffreddore", dovrebbe dare un'occhiata ai dati macro di alcuni paesi dell'EU dove a furia di starnutire si è riusciti piegare la curva del GDP come non si vedeva dai tempi della seconda guerra mondiale. (per una miglior visione clicca sul grafico)

Eravamo pronti a questo genere di notizie, ma vederle stampate nero su bianco fa un certo effetto: i sociologi parlano di dissonanza cognitiva quando una parte della popolazione (nel nostro caso gli investitori) si trovano a combattere una situazione emotiva poco soddisfacente, situazione che procura un fastidioso malessere e che deve, in tempi ragionevoli, essere riportata ad un nuovo equilibrio.

Ed è in effetti quello che piano piano sta accadendo se analizziamo il movimento del famoso indice della paura (VIX); come dire che anche all'inquietudine volenti o nolenti ci si deve fare il callo. A 80 di vola per troppo tempo ti fa scoppiare il cuore.
E' uno dei motivi per i quali pensiamo che senza ulteriori notizie inaspettate, l'indice della borsa svizzera si sposterà lateralmente tra gli 8600 e 9600 punti (vedi post del 27.3.2020).

La valanga di dati macro che ci è crollata addosso nelle ultime settimane è impressionante e fra i dati più significativi annoveriamo:

  • Negli USA i morti saranno tra 100 e 240'000, qualsiasi cifra sotto questa soglia può essere considerata una vittoria del sistema sanitario americano ha detto Trump (sic)
  • Sempre negli USA i disoccupati potranno essere una ventina di milioni: già 10M in due settimane, poi sappiamo che li potrebbero riassorbire molto rapidamente quando tutto riparte, ma nel medesimo lasso di tempo, durante il quale si perdevano innumerevoli posti di lavoro, quasi 2 milioni di americani sono corsi a comprarsi una pistola o armi simili. Che cosa voglia dire ve lo lasciamo immaginare.
  • Sappiamo che se non trovano un vaccino in tempi rapidi (12 mesi) una ricaduta in quest'incubo è probabile  (come appare stia già accadendo nei paraggi di Wuhan)
  • Due minuti fa (14:30) hanno pubblicato la variazione dei salari non agricoli americani, si aspettavano una contrazione di 100k ne hanno persi 701k...i futures non hanno fatto una piega (è come tirarsi una martella sulle dita e reagire con un sorriso...)
  • Gli aiuti statali all'economia sono praticamente illimitati... le banche sono salve, almeno è quello che vogliono farci credere quando dicono che "le banche non sono un problema ma sono  parte attiva alla soluzione del problema"...  speriamo!
Potremmo continuare ancora per un po' ma francamente ci stiamo chiedendo cosa NON sia ancora scontato in tutta questa brutta storia. Potremmo avere grossi problemi con le quotazioni quando ci vengono a dire che:
  • Un vaccino non sarà pronto nei prossimi 12/18 mesi... oltre questo lasso di tempo potrebbero saltare i nervi di molta gente..
  • Scoprire che chi si è ammalato ed è guarito si può riammalare: panico!
  • Al sud non hanno abbastanza da mangiare... e per sud non intendiamo solo il sud Italia...
  • I 20 milioni di disoccupati USA saranno invece 30 o 35...; idem per le altre statistiche.
  • Prendiamo coscienza che molte fabbriche non riapriranno mai più... reinventare sui due piedi un nuovo modello produttivo in sostituzione di quello attuale prenderà tempo, forse troppo tempo.
Come detto molto, per nostra fortuna nostra, sembra già scontato nelle quotazioni e anche i dati più pessimisti non sembrano urtare troppo la nostra sensibilità. Con questo non vuol dire che a partire da subito ci lanciamo in spericolate operazioni finanziarie, ma poter limitare i danni  a questi livelli ci sembra già significativo.

Nuovamente finger cross e per l'imminente week end tutti a casa! (poi faremo la conta dei chili accumulati...)

giovedì 2 aprile 2020

Disoccupazione USA


L'aspettavamo dalla scorsa settimana il dato sui nuovi disoccupati americani, ed oggi puntualissimi alle 14:30 l'hanno svelato: attesi erano 3.7 mio di nuovi disoccupati,  la cruda realtà dei numeri ci informa che invece ne hanno creati 6.6 mio... quasi 10 milioni in due settimane! C'è chi ne ha previsti almeno 20 alla fine di questo incubo e forse ha ragione. Inutile dire che tra le strategie europee per evitare i licenziamenti e quella americane ci sta di mezzo una voragine... non so se in questo momento vorrei essere dipendente americano.

Poi ci sono le reazioni dei mercati, anche quelle mica facilmente intelligibili: dopo il dato dollaro in forte rialzo e borse USA (15:37) in ripresa...la logica non sta qui di casa...


mercoledì 1 aprile 2020

USA e il virus...


Non stava scherzando Donald Trump quando ha annunciato agli USA  che dovranno far fronte "a very tough two weeks" preannuciando uno scenario che potrebbe comportare fino a 2200 morti al giorno a causa del Covid-19, anzi lo scriviamo in minuscolo, covid-19, poiché non merita di certo alcun rispetto essendo la causa di potenziali 240'000 morti.

Questa per gli americani dovrebbe essere la settimana della definitiva presa di coscienza che hanno pure loro un grosso problema da risolvere e questo dovrebbero derivarlo anche dal linguaggio del loro Commander in chief che in occasione dell'annuncio è sembrato sinceramente preoccupato ed ha sfoggiato una insolita bianca capigliatura...

In effetti anche Wall Street oggi accusa il colpo: -4% in apertura. Nulla di grave, sono gli aggiustamenti tecnici dopo la cavalcata dei giorni scorsi ma comunque... un -4% non passa inosservato.

L'Europa è tutto il giorno che naviga tra il -2 della Svizzera e il -4 della Francia, anche qui aggiustamenti tecnici in corso d'opera: non ci spaventiamo più di tanto per il momento.


In breve:
  • Oltre 40 farmaci sono sotto osservazione e un alleggerimento del problema covid-19 potrebbe proprio arrivare da uno o una combinazione di più farmaci: sarebbe per i mercati una bella botta di ottimismo se a breve fosse confermata la loro efficacia. Stimiamo che i laboratori farmaceutici stanno lavorando h24 e quindi non disperiamo...
  • La FINMA sta facendo pressione sulle banche svizzere al fine di riconsiderare le proposte di pagamento di un dividendo: i capitali liberati dagli allentamenti nei calcoli del leverage ratio delle banche non sono destinati alla distribuzione di dividendi... Quello dei dividendi rimandati e/o annullati è un tema che non colpisce solo le banche: anche da questo genere di manovre potremo capire che è solido di chi lo è un po' meno.
  • Il petrolio è ancora per un po' destinato a soffrire: l'Arabia Saudita procederà imperterrita ad inondare il mercato del greggio... mira ovviamente all'eliminazione di qualche concorrente e non ci sorprenderemmo nel venire a sapere che qualche società di shale gas americana, tutte parecchio indebitate, sarà costretta a chiudere.  Non ci sono solo i dazi che possono far male.