Qualche rapito calcolo fatto dal Fondo Monetario Internazionale ha stabilito che la diminuzione del PIL delle economie avanzate alle prese con il Covid19 , porterà mediamente ad una riduzione del PIL 2020 dell'11%.
E' chiaro a tutti che, per il momento, l'unica via di contrasto alla contrazione economica è quella di aumentare in modo importante il livello dei debiti governativi che, senza eccezioni, stanno subendo o subiranno aumenti considerevoli.
Se è fondamentale tenere il livello d'indebitamento sottocontrollo, è ancora più importante capire quali saranno i costi di finanziamento dei nuovi debiti: per nostra parziale tranquillità, il regime di tassi vicini allo zero rende questa mole di debiti ancora piuttosto sostenibile e l'assenza d'inflazione, giustificata dal calo dei consumi e dal basso prezzo del petrolio, è garanzia per il momento che aumenti del costo del denaro non sono per domani, anzi, potrebbe ritardare per decenni come il modello Giapponese ci insegna.
Ovviamente non diamo nulla per scontato: cosa potrebbe succedere dopo la fine di questa pandemia resta ancora un mistero. Ci verrebbe da pensare che per un po' non avremo una gran voglia di gettare del denaro dalla finestra, ma la mente umana e soprattutto i comportamenti delle masse non sono sempre facilmente prevedibili. E se fossimo tentati di buttarci sugli acquisti? Come reagirebbe il sistema produttivo? Ce la farà a sostenere la domanda ora che una buona parte della catena dei rifornimenti è andata quasi persa?
Ci saranno dei rigurgiti inflazionistici?
Sono anni che stiamo aspettando il ritorno di una moderata inflazione (obiettivo delle banche centrali: 2%) che per il momento manca all'appello, ma se dovesse far capolino speriamo di poterla tenere sotto controllo, altrimenti come reagiranno le autorità monetarie? Alzando il costo del denaro? Allora sì che la montagna di nuovi debiti farà veramente paura...
Certo che, un po' di inflazione si mangerebbe con il tempo parte del debito accumulato, ma se non avrà nessuna intenzione di farsi avanti, ecco allora altri problemi all'orizzonte per quel che concerne la quadratura dei bilanci nazionali: la tentazione di aumentare le tasse (soprattutto quelle indirette) , colpire gli eredi con tasse di succesione importanti o attaccare in un qualche modo i risparmi dei contribuenti potrebbero essere delle soluzioni praticabili. Teniamoci pronti.
Ovviamente ne rimarrebbe una di soluzione, semplice e politicamente sostenibilissima, mandare la fattura ai posteri!
***
La scorsa settimana ci stavamo interessando ai produttori di auto europei: le quotazioni sono in cantina e ci stavamo ponendo una serie di domande inerenti soprattutto la credibilità creditizia delle stesse. Sappiamo tutti quanto questo settore sia importante non solo per la Germania ma per l'Europa tutta...
Qualche analista ha provato a fare i conti in tasca alle case produttrici ed hanno calcolato che da qui alla fine dell'anno potrebbero bruciare fino a 50 miliardi e restare senza cassa. Abbastanza probabile che saranno costrette a diminuire fino ad annullare i dividendi. Le basse quotazioni in borsa dei loro titoli per il momento sono purtroppo giustificate.
Il 5 maggio i produttori di auto tedeschi avranno un incontro con Frau Merkel per capire come uscire da questo pantano e noi saremo attenti osservatori.
C'è parecchia carne sul fuoco. Affaire à suivre...
Buona domenica!
Nessun commento:
Posta un commento