domenica 29 novembre 2020

Newtonian Europe

Durante il week end abbiamo letto poco di interessante fino ad ora, ma dobbiamo ammettere che questo articolo dell'Economist sintetizza efficacemente quello che sta accadeno in seno alla EU e francamente non ci lascia completamente tranquilli.  Far risorgere l'Europa dopo la pandemia sarà un'operazione da funamboli! 


The Economist, 26 novembre 2020 

Polonia e Ungheria si godono una lezione di fisica per gentile concessione dell'UE

Le leggi di Newton si applicano anche alla politica

L'inerzia è la prima legge di moto di Isaac Newton. "Ogni corpo persevera nel suo stato di riposo, o di moto uniforme in una linea retta, a meno che non sia costretto a cambiare quello stato da forze impresse su di esso", scrisse Newton nel 1687. È anche la prima legge dell'Ue: le cose rimangono così come sono, finché una forza abbastanza grande non le spinge a cambiare. La pandemia di covide-19 e la recessione che ne è seguita hanno dato al blocco una spinta onnipotente. Durante l'estate i leader dell'Ue hanno accettato di emettere per la prima volta un debito collettivo su larga scala, per un ammontare di 750 miliardi di euro (890 miliardi di dollari). Dopo cinque giorni di colloqui, tutti i 27 capi di governo hanno concordato che chiunque spenda denaro dell'Ue dovrà rispettare una qualche forma di "stato di diritto".

L'Ungheria e la Polonia stanno imparando a fondo la fisica introduttiva: una volta che le cose si mettono in moto, è difficile fermarle. I due paesi si sono uniti tardivamente per cercare di far saltare il progetto, sostenendo che il meccanismo dello stato di diritto si spinge troppo in là. Hanno motivo di temere un giro di vite. Entrambi i governi hanno calpestato le norme democratiche negli ultimi anni, calpestando i giudici, ostacolando i giornalisti e usando lo Stato per imbrigliare i rivali. L'Ungheria e la Polonia possono fare ben poco per impedire che le nuove regole entrino in vigore, poiché possono essere approvate a maggioranza qualificata. Hanno invece posto il veto su altre politiche. Entrambe si sono rifiutate di approvare il budget dell'Ue, che vale circa 1 trilione di euro di spesa in sette anni, e hanno negato il permesso all'Ue di procedere con l'erogazione del fondo di recupero di 750 miliardi di euro, fino a quando lo schema delle regole di legge non sarà annacquato.

La leva finanziaria è roba da politica oltre che da fisica. A prima vista, tenere in ostaggio 1,8 miliardi di euro di fondi sembra una forte leva da tirare. Le economie dell'Europa meridionale sono avide di denaro. Ma si tratta di un attacco kamikaze. I fondi dell'Ue all'Ungheria e alla Polonia valevano rispettivamente il 4,5% e il 3% del Pil di quei Paesi nel 2019. Sono le loro economie che più rischiano di danneggiare per il bene di una legge che non possono impedire di introdurre. Alcuni interpretano la mossa come un colpo di avvertimento. Se l'Ungheria e la Polonia vengono calpestate, inizierà una sporca guerra burocratica, con entrambi i paesi che bloccano tutto il possibile.

Ma la terza legge di Newton ha anche un ruolo nella politica dell'Ue: ogni azione ha una reazione uguale e contraria. Altri paesi hanno il diritto di veto sul processo di bilancio. Alcuni, come i Paesi Bassi, che hanno la reputazione di essere pignoli in materia di regole, potrebbero bloccare il processo se un compromesso dovesse andare troppo oltre. La legislazione sulle regole del diritto è definita in modo restrittivo. Alcuni paesi volevano uno strumento molto più ampio, che avrebbe colpito i governi nel portafoglio se avessero calpestato i diritti delle minoranze o degli omosessuali.

Un'opzione nucleare che viene discussa in una fase sussurrata dai diplomatici (e sussurrata dai meps) comporterebbe che altri paesi si limitino a bypassare i due paesi e a emettere il debito senza di loro. In questo modo l'Ungheria e la Polonia verrebbero bandite in un cerchio esterno del continente. Strategie di questo tipo sono già state utilizzate in passato. David Cameron, allora primo ministro britannico, si è trovato in svantaggio nel 2011 quando si è rifiutato di firmare una modifica del trattato senza garanzie regolamentari per la City di Londra. I suoi colleghi leader lo hanno aggirato. Il fallimento di Cameron offre una lezione su come non trattare con Bruxelles, che Varsavia e Budapest farebbero bene a tenere in considerazione se volessero garantire il loro posto nel blocco. Stranamente, gli elettori di entrambi i Paesi sono fortemente eurofili, nonostante eleggano governi che si divertono a combattere le istituzioni dell'Ue.

Una volta che lo strumento dello Stato di diritto dell'Ue è entrato in vigore, l'inerzia può diventare l'amico dell'Ungheria e della Polonia, piuttosto che il loro nemico. Qualsiasi punizione per aver calpestato lo stato di diritto dovrebbe essere approvata dalla maggioranza qualificata degli Stati membri. Sulla carta, questo migliora il sistema attuale. Al momento, un paese può essere multato e/o privato del diritto di voto per aver violato lo stato di diritto solo se tutti gli altri 26 governi sono d'accordo. Poiché l'Ungheria e la Polonia si coprono le spalle a vicenda, una tale mossa è impossibile. In pratica, le nuove misure possono ancora lottare per essere invocate. L'Ungheria e la Polonia sono tutt'altro che gli unici paesi che si preoccupano del fatto che i pagamenti del bilancio dell'UE siano legati alla buona condotta. Le accuse di corruzione serpeggiano in Bulgaria. Gli omicidi di alto profilo di giornalisti investigativi a Malta e in Slovacchia hanno scosso entrambi i Paesi negli ultimi anni. Cipro vende passaporti. Le autorità croate sono accusate di aver picchiato i rifugiati alla frontiera. I leader dell'UE sono riluttanti a interferire negli affari interni degli altri per il semplice motivo che temono di essere i prossimi. In tali circostanze, l'astensione è attraente.

A differenza delle regole della fisica, le regole della politica possono essere piegate. Il pericolo è che il nuovo meccanismo diventi un altro Patto di Stabilità e Crescita, un altro Patto di Stabilità e Crescita, un blocco spesso mal allineato ma che di solito ignora le regole sulla spesa pubblica. Secondo il patto, i paesi dell'UE dovrebbero mantenere il loro deficit al di sotto del 3% del PIL in un dato anno e il loro debito al di sotto del 60% del PIL. Anche nei periodi di congiuntura favorevole, questi obiettivi sono stati mancati, ma le conseguenze sono state poche. Tecnicamente i Paesi potrebbero essere multati. Nessuno lo è mai stato. Per i critici, il meccanismo della norma di legge è un compromesso molto europeo: regole severe (per placare i sostenitori) che non vengono mai applicate (per placare gli avversari).

Gli errori non sono nell'arte ma negli artificieri

Le procedure di retenzione negli Stati membri che si comportano male faranno poco se nessuno ha il coraggio di usarle. Fondamentalmente, avere a che fare con governi dell'UE disonesti è una questione di coraggio politico. I grandi paesi, come la Germania, hanno permesso che le alleanze politiche prevalessero sui principi. Nell'ultimo decennio, il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha rimodellato lo stato ungherese dal comfort del Partito popolare europeo, in cui siedono anche i cristiano-democratici di Angela Merkel. L'azione tardiva sulla Polonia, un paese molto più importante per il futuro dell'Europa, è arrivata solo dopo che il suo governo aveva già accatastato la sua corte costituzionale. Il mancato intervento del blocco ha avuto delle conseguenze. Altri Paesi stanno scivolando in una direzione simile e non si fermeranno a meno che non vi sia una qualche forza che li colpisca. L'inerzia, dopo tutto, è una cosa potente. ■



venerdì 27 novembre 2020

Fase di consolidamento


 Siamo giunti alla fine di una settimana dove non è successo quasi nulla di eclatante: diciamo che la fase di consolidamento continua e siamo già molto contenti che i mercati europei rimangono a questi livelli. Ieri, con la chiusura dell'America, i volumi si sono quasi dimezzati (freccia rossa) segno che il mercato americano ha ancora il suo bel peso specifico sui movimenti delle borse del resto del mondo ed oggi sarà a mezzo servizio con gli operatori distratti con ogni probabilità dallo shopping elettronico. Settimana quindi conclusa definitivamente!

Quello che comunque abbiamo osservato, è che il buon momento dei valori ciclici è probabilmente arrivato al suo termine e per stimolare una ulteriore crescita dei valori azionari, dovremo aspettare gli aiuti e gli stimoli statali. E' certo che la giornata odierna potrà servire per prendere la temperatura ai consumatori di tutto il mondo e sono in tanti ad aspettarsi un Black Friday da record che potrebbe dare una spinterella alle borse...


Ne avremmo di bisogno in quanto, come appare dal grafico,  se le economie di Giappone,Canada ed USA stanno evolvendo lateralmente, quelle Europee purtroppo stanno voltando al ribasso...


... e se, come sottolineato poc'anzi,  annunciamo la fine del rialzo dei ciclici ecco che senza stimoli non si andrà molto lontano. E' vero che normalmente le settimane prima della fine dell'anno sono piuttosto favorevoli ai mercati azionari, ma temiamo che le operazioni di window-dressing quest'anno saranno piuttosto corpose e potenzialmente non prive di conseguenze per le borse. 



La debolezza del dollaro continua a manifestarsi sia contro chf (soglia del dolore nostro: 0..90) sia contro euro: se supera 1.1950 ha 1.20 a portata di mano e forse anche più.


Continua il buon momento dell'euro anche contro chf: ieri ha fatto uno strano movimento che non siamo riusciti a comprendere, ma stamani si è già rimesso a salire e probabilmente seguirà la freccia rossa.

Sul fronte vaccini ci pare di segnalare un poco di nervosism,  con Astra-Zeneca che ha fatto qualche pasticcio che ha contribuito a smorzare un poco gli entusiasmi ed ha mostrato i limiti di una sperimentazione di fase 3 troppo precipitosa. Rimaniamo sempre dell'idea che bisognerà aspettare, se va bene, almeno la fine del primo trimestre per iniziare a capire come se ne uscirà da questo marasma che ha già, ancor prima di arrivare, rovinato il Natale e il Capodanno a molti...



martedì 24 novembre 2020

Via libera a Biden


 A quanto pare, Trump si è deciso a concedere la vittoria delle elezioni a Binden,  che  in questi giorni fregandosene dei capricci del Capo di Stato uscente,  sta alacremente lavorando per formare la futura squadra governativa all'interno della quale spicca la Signora Yellen (Ex FED) che ha piazzato a capo del Tesoro: non vi nascondiamo che siamo curiosi di vedere quali saranno le sue prime mosse. 

Yellen a parte, la mossa di Trump ha contribuito a togliere ulteriormente un po' di tensione dal mercato,  favorendo una volta di più,  l'evoluzione positiva delle borse di mezzo mondo: la situazione di quella americana si commenta da sola  dove spicca un Nasdaq con un +32% ytd... Le borse Europee presentano invece una situazione più variegata con Spagna e Inghilterra  che devono ancora recuperare un -15%,  mentre le altre si stanno avvicinando a grandi passi verso lo zero. 

L'annuncio di Astra-Zeneca di ieri mattina si aggiunge a quelli di Pfizer e Moderna e ne aspettiamo altri nei prossimi giorni/settimane: ciò significa che la probabilità che si inizi con una vera e propria vaccinazione di massa a partire, diciamo da fine marzo, diventa sempre più plausibile e contribuisce a rasserenare gli animi.

Venerdì vedremo se, come dalle aspettative, le frustrazioni accumulate in queste settimane/mesi di semi-lockdown verranno stemperate dall'e-shopping tipico del Black-Friday: sarà un barometro parecchio seguito dagli analisti e tutti si aspettano numeri importanti e se NON lo saranno: pronti a vendere.

 


Se guardiamo la borsa Svizzera, sono giorni che si tenta un sorpasso della resistenza a 10'500 punti senza un vero sfondamento a causa della pesantezza di Roche, Novartis e Nestlé che praticamente non si muovono ed anzi tendono ad un leggero arretramento. Forse la notizia di oggi che Novartis avvierà un share buy-back da 2.5 miliardi di $ che terminerà alla fine del primo semestre del prossimo anno potrebbe farla uscire dalla sua apatia ma non ci contiamo più di tanto.

Insomma, bene tutto quello che è successo fino ad ora, bene il ritorno dei ciclici (assicurazioni, banche, ecc) ma abbiamo bisogno di nuovi stimoli...


Farà certo piacere alla nostra Banca Nazionale vedere un euro/chf rafforzarsi. L'arrivo di Biden si fa sentire e la prospettiva di un approccio più morbido e meno spigoloso nei riguardi degli storici partners esteri,  sta convincendo gli investitori a ridurre i beni rifugio. I vaccini fanno il resto. Pensiamo che quota 1.09/1.10 a breve non sia impossibile da vedere.


Coerentemente, anche l'oro bene rifugio per eccellenza, sta ritracciando. Non facciamo fatica a vedere una quotazione evolvere sotto i 1800 dollari per oncia. Da qualche giorno siamo venditori senza comunque azzerare la posizione che manteniamo per una questione di diversificazione ed in caso di aumento delle pressioni inflazionistiche implicite nella politica economica che verrà adottata dalla nuova amministrazione USA.




Gli amanti delle cripo valute si staranno, giustamente, fregando le mani: il record storico del bitcoin è a portata di mano. Facciamo fatica, considerati i limiti del Bitcoin, a comprendere la ratio che soggiace a questo ritorno di fiamma,  ma è evidente che qualche cosa ci sfugge... Sarà la blockchain che lo sorregge, sarà la carenza di controlli oppure semplicemente sono le previsioni della sua evoluzione futura che lo rende appetitoso: secondo gli analisti,  fra 12 mesi la quotazione potrà essere all'interno di un range che varia dai 25'000$ ai 300'000 $...  Per gli interessanti che non hanno voglia di aprire un conto in bitcoin esistono gli  etf (anche in leva) acquistabili sganciando della fiat money (detta anche moneta legale...)

sabato 21 novembre 2020

Ripresa economica: una strada irta d'ostacoli

 Ieri si è conclusa una settimana dove abbiamo assistito al consolidamento delle quotazioni azionarie,  che nella settimana precedente sono state sostenute soprattutto dagli annunci di Pfizer e Moderna che sono quasi pronte alla distribuzione del loro vaccino anti-covid19.

E' probabile che a breve altre aziende farmaceutiche saranno pronte a fare lo stesso tipo di annuncio ma temiamo che gli effetti sui mercati finanziari saranno meno esplosivi, essendo questi ultimi in parte già scontati nelle attuali quotazioni: se avete notato l'effetto dell'annuncio di Moderna è durato una mezza giornata di borsa.  Cosa potrà far muovere, in ambo le direzioni, le quotazioni nelle prossime settimane? E' la domanda che si stiamo ponendo da diversi giorni...

Mercoledì abbiamo già messo in evidenza quanto le borse di mezzo mondo in questo momento presentino dei multipli, che per essere sostenibili, necessitano di una conferma degli utili societari o meglio ancora di un loro ulteriore aumento, pena una correzione delle quotazioni.

Ma guardiamo cosa sta succedendo nelle tre macro aree che teniamo sotto controllo partendo dagli Stati Uniti dove stanno quotidianamente arrivando piccoli segnali di un rallentamento della crescita economica:


era da settimane che gli "Initial Jobless Claims" non subivano un rialzo (742k) in barba alle aspettative (700k), non una grande differenza, ma comunque anche questo un segnale che il percorso verso un ritorno alla normalità non è una semplice formalità ed una crescita economica duratura è un obiettivo non raggiunto. Per farlo servono urgentemente nuovi stimoli di natura monetaria e/o fiscale: sembra che Repubblicani e Democratici venerdì si sono detti possibilisti sulla ripresa di un dialogo. Lo sperano tutti e alla fine, sempre che si parlino, vedremo se avranno partorito un topolino oppure se tutto sommato un'America pronta a tornare in recessione non interessa a nessuno dei due.

Mai come quest'anno siamo anche piuttosto curiosi di vedere cosa succederà durante il Black Friday (27.11.2020) che notoriamente dà il via alla stagione degli acquisti natalizi ed è un buon banco di prova dove testare la propensione al consumo degli americani, ma non solo.  Se è vero che molto di quello che verrà acquistato passa per il canale dell'e-commerce, non dobbiamo dimenticare che non tutto il commmercio segue questa via: con 200'000 persone al giorno ( dato di ieri) che vengono purtroppo colpite dal virus,  prevediamo un Natale piuttosto sottotono.

In Europa non siamo messi molto meglio: i contagi faticano a diminuire e per quanto ci si sforzi, adottando provvedimenti da semi-lockdown, per sperare in un Natale senza troppe costrizioni, l'umore della gente non pare essere quello di coloro propensi a spendere motagne di denaro. Siamo sempre pronti a riconsiderare questa nostra affermazione, in quanto una reazione contraria a quel che ci suggerisce il buon senso, è sempre possibile ma non probabile. Se pensiamo a quante cene aziendali saranno soppresse e a quanti rinunceranno alle vacanze di fine anno, una parte del danno è già fatto.

Ma c'è una un'altra spada di damocle che pende sulla testa degli Europei che stanno aspettando da mesi gli aiuti della Comunità bloccati dall'ostruzionismo portato avanti da Polonia ed Ungheria che hanno posto un veto alla proposta dell’Unione europea di un bilancio settennale pari a 1.150 miliardi di euro e di un fondo europeo per la ripresa da 750 miliardi di euro (il Recovery Fund). Sebbene i due Paesi siano i maggiori beneficiari di questi fondi, i loro governi si oppongono alla condizionalità sul rispetto dello stato di diritto. Insomma, pare che i due paesi, che non accettano le elementari norme a difesa dei diritti dei cittadini, stiano tenendo in scacco l'intera Europa. Mica roba da poco e più il tempo passa,  maggiori saranno le difficoltà nel rimettere in moto decentemente la macchina economica. Questo è un grosso rischio e la cosa strana è la seguente: provate a cercare la notizia (di ieri...) sui principali giornali italiani: impossibile da trovare se non con la lente di ingrandimento... infatti che lo dice agli Italiani che i fondi tanto attesi son bloccati?

Poi gettiamo uno sguardo a quanto succede in Asia: è passata sottotono la notizia che dopo anni di approfondite discussioni è nata la più grande area di libero scambio al mondo, il RCEP: un patto che riguarda il 30% dell'economia mondiale e che coinvolge 2.2 miliardi di consumatori, con ovviamente la Cina in testa, ma nel club troviamo anche il Giappone (!),  l'Australia e la Corea del Sud solo per citarne alcuni. Ergo, mentre in America ed in Eurpoa si litiga, gli Asiatici si stanno coalizzando per facilitare gli scambi economici evitando accuratamente di appesantirli con dazi e quant'altro. Stiamo forse sbagliando strategia?


Per terminare vediamo velocemente qualche grafico, solo per fare il punto della situazione:



Lo SMI ha praticamente consolidato durante questa settimana la sua posizione: a prevalere sono ancora stati i ciclici che a nostro avviso hanno ancora un po' di potenziale ma si sta rapidamente esaurendo. Vedremo se la prossima settimana sarà intelligente alleggerire qualche posizione. (Tipo abbn ...)

Tutto sommato poco mosso anche il dollaro contro chf... non vorremmo forzare troppo l'intrepretazione del grafico ma potrebbe essere in corso la formazione di un spalla testa spalla rovesciato che se supera quota 0.92 potrebbe portare il dollaro a 0.94... non fateci troppo affidamento ma se dovesse essere il caso vi avvisiamo.


Anche euro dollaro è sato poco movimentato ma comunque il trend è a favore dell'euro...



Un paio di settimana fa l'annuncio di Pfizer ha permesso all'euro di recuperare un centinaio di basis points ... da allora tiene quota 1.08 ma per il momento non va oltre.




Con la prospettiva di un antivirus in arrivo, l'oro ha perso qualche decina di dollari per oncia. Per il momento il supporto è a 1860. Teniamo le posizioni ma non ne aggiungiamo delle altre, per il momento...

mercoledì 18 novembre 2020

P/E

La settimana in corso si è aperta con l'annuncio di Moderna che ha portato a buon fine i test di fase 3 per quanto concerne la sua di soluzione al problema del Covid19. Se tutto va come annunciato, dall'azienda americana, che da tempo ha siglato un accordo con la svizzera Lonza per la produzione del vaccino in Europa, fra poche settimane dovremmo avere a disposizione un rimedio al Covid efficace al 94.5% e soprattutto con una filiera del trasporto e della conservazione che è gestibile con i normali frigoriferi e congelatori e non necessitano dei -80 gradi di Pfizer. Insomma a quanto pare Moderna vince 2 a 0 contro Pfizer.  Vedremo!

All'annuncio i mercati finanziari hanno fatto festa per una mezza giornata, ma nulla più; evidentemente l'arrivo per la fine dell'anno dei vaccini (ne aspettiamo altri) era già più che scontato. Nel frattempo la reazione delle borse ha spinto le quotazioni parecchio in alto , ma da qualche giorno i mercati si sono appiattiti. 
Abbiamo semplicemente dato un'occhiata ai P/E e abbiamo scoperto che: 



 Lo S&P 500 ha oramai un P/E superiore alle 28 volte ed è di gran lunga superiore al valore mediano di 19.58 degli ultimi 7 anni. E' un valore parecchio elevato e se non ci saranno dei miglioramenti in fatto di utili aziendali potremmo anche aspettarci una bella correzione.

E' vero che in arrivo dovrebbero esserci gli aiuti, senato permettendo, promessi da Biden, ma dovremo incrociare le dita e aspettare ancora un paio di mesi:  nel frattempo un piccolo campanello d'allarme sta suonando... Se corregge l'America, sappiamo cosa può succedere al resto delle borse mondiali...



A controbilanciare il P/E dello S&P può venir utile il grafico qui sopra riportato: in sostanza il dividendo del 70% delle società facenti parte dell'indice, superano la resa del Treasury a 10 anni. Questo in sostanza è uno dei motivi che hanno spinto le azioni tanto in alto e a quei livelli , fatto salvo un improvviso e non atteso aumento delle rese obbligazionarie, dovrebbero restarci.


Leggermente meglio la situazione per quanto riguarda lo SMI (ed in generale per le altre borse europee) dove abbiamo un di P/E di 24.89, un paio di punti sopra la mediana degli ultimi 7 anni (22.84). Gli analisti, anche in virtù del fatto che un gran numero di titoli ciclici sono presenti nei listini del nostro continente, sono più positivi nei riguardi dei mercati europei,  ma comunque non siamo proprio tranquillissimi... Anche questi non sono più a sconto...



Per le borse di tutta Europa,  oggi è una giornata piuttosto fiacca: da qualche giorno  si flirta con la resistenza e superarla non sarà facile. Gli annunci dei prossimi antivirus potrebbero non bastare e a questo punto dovremo forzatamente orientare la nostra attenzione ai dati macro dell'economia che speriamo saranno tendenti al bello... se non fosse il caso un alleggerimento delle posizione s'impone.

venerdì 13 novembre 2020

Si torna a rifettere


 Sta per finire una settimana dominata dall'annuncio di Pfizer che il vaccino anti covid19 è quasi pronto ed è efficace nel 90% dei casi. Non poteva esserci notizia più appetitosa per risollevare il morale degli investitori che infatti non si sono fatti pregare ed hanno iniziato ad acquistare, come se non vi fosse più un domani, invertendo così un trend che da metà ottobre stava puntano al ribasso. 

Negli ultimi due giorni stiamo comunque osservando una diminuzione dei volumi e di conseguenza una certa difficoltà a superare la resistenza dei 10530 punti. Infatti, dopo il comprensibile entusiasmo per la notizia di Pfizer, le riflessioni si stanno facendo più profonde ed i problemi da risolvere sono ancora molt: si va da quelli del trasporto del vaccino e relativa conservazione dello stesso ( che come avevamo già detto, necessitano di temperature molto base (-80 gradi) ), ai problemi logistici per la conservazione dello stesso (nella foto un impianto di stoccaggio vaccini in Belgio delle dimensioni di un campo da calcio), a quelli molto più delicati che vanno dall'efficacia del vaccino sulle differenti classi di età, alla

durata della copertura immunologica, agli eventuali richiami fino e all'efficacia dello stesso sulle persone cosiddette asintomatiche. Insomma, siamo agli inizi e non alla fine di un percorso che sembra ancora lungo: non siamo degli scienziati, ma sulla scorta di queste ed altre osservazioni ci permettiamo di dubitare che una vaccinazione di massa possa essere prevista in tempi rapidi. Per il momento sta ancora vincendo il virus e noi ci dobbiamo muovere con cautela... anche in borsa!

Piccola nota polemica: non è piaciuto a molti il comportamento del CEO di Pfizer che lunedi 9 in concomitanza con l'annuncio ha scaricato una vagonata di azioni della società che conduce. Pare che fosse un alleggerimento già pianificato da tempo ma comunque la scelta del giorno è per lo meno sospetta e squalifica il personaggio...



 La rotazione settoriale continua: meno tecnologia, più ciclici. Questo fa bene all'Europa e anche alle nostre performance che questa settimana sono decisamente migliorate.




Il dollaro sia contro chf che euro si è ripreso allontanandosi dai rispettivi supporti. Non pensiamo comunque che ci saranno grossi movimenti rialzisti nei prossimi giorni.


Abbiamo gettato anche un'occhiata ai rendimenti del Treasury americano e del Bund tedesco a 10 anni:



La dinamica dei rendimenti americani sta probabilmente scontando una leggera ripresa dell'inflazione trainata da una ripresa che ad esempio in Europa si fa fatica a vedere...


...ed infatti la dinamica ribassista dei rendimenti del Bund tedesco è evidente. Con l'annuncio di Pfizer vi è stata una risposta più che altro emotiva ma ora che si è tornati a riflettere,  la dinamica ritorna ad essere ribassista. Quindi nei giorni scorsi ci sarà stata un po' di volatilità sull'obbligazionario ma non un vero e duraturo cambiamento del trend che rimane a favore degli investimenti azionari.

mercoledì 11 novembre 2020

Rotazione


 E' da lunedì mattina che i mercati azionari stanno in qualche modo festeggiando l'elezione di Biden  e la notizia che Pfizer è pronta a breve a rilasciare un vaccino: Bello! Un po' di ottimismo in effetti ci voleva. Il rialzo è stato accompagnato da volumi crescenti che ne avvalorano il movimento,  anche se nei prossimi giorni di questo passo entreremo in territorio di ipercomprato, preludio a qualche presa di beneficio. Nel frattempo prendiamo nota che è in atto una  rotazione settoriale che dai tecnologici (leggermente sotto pressione) sta favorendo i cicli: banche ed assicurazioni in primis. 

Manteniamo comunque sempre alta l'attenzione in quanto la volatilità, attualmente in netto calo (vix a 24), potrebbe essere rilanciata da alcuni fattori che stiamo tendo sotto controllo. Ecco i principali:

1) La stampa non ne sta enfatizzando le gesta e quindi a noi sembra che non stia succedendo nulla, ma il buon Trump non si sta dando per vinto e a quanto pare si sta riorganizzando. Intanto sta licenziando a destra e a manca, ovviamente a suon di tweets , mietendo vittime eccellenti come il capo del Pentagono tanto per citarne uno. Convinto com'è che vi siano stati enormi brogli nei conteggi elettorali , e a quanto pare qualche broglio c'è stato, sta incalzando i suoi avvocati perché facciano piena luce: per il momento sembra che non vi siano irregolarità tali da inficiare tutta la votazione;  comunque non demorde. Vediamo il 15 di dicembre, quando formalmente i Grandi Elettori, provvederanno a votare il Presidente cosa succederà. Di solito nulla,  se non la riconferma di quanto uscito dalle urne il 3 di novembre, ma questa volta potrebbe essere una votazione più movimentata... 

Anche la votazione in Georgia per l'aggiudicazione dei due senatori il 5 gennaio sarà una battaglia che Trump, chiamando massicciamente al voto i Repubblicani, non vorrà perdere. Intuitivamente possiamo già dire che dopo il 5 gennaio il senato sarà a maggioranza Repubblicana e questo piacerà molto ai mercati. Un po' meno il contrario.

2) La pandemia di Covid potrebbe indurre fra qualche giorno una buona parte dell'Europa (pare che il 15 prenderanno una decisione) a procedere ad un lockdown che se non è la replica di quello dei mesi di aprile e maggio poco ci manca. Non sappiamo come la prenderanno i mercati ma sicuramente non benissimo.

3) Il vaccino della Pfizer ha scatenato gli entusiasmi,  ma prima di tutto non sarà disponibile se non fra qualche mese. Inoltre Bloomberg stamani ha messo bene in evidenza quanto la conservazione e il trasporto del preparato della BioNtech necessiti di temperature artiche:


Il problema maggiore da risolvere non è tanto raggiungere i -80 gradi in laboratorio, ma è quello di garantire questa temperatura durante tutta la catena del trasporto del vaccino. Se ne deriva che per una distribuzione di massa del preparato c'è molto lavoro da fare, bisognerà dislocarne la produzione e se tutto andrà bene ci sarà una distribuzione intensiva solo dopo il primo semestre 2021. Quando, passato l'entusiasmo di questi giorni, si ritornerà con i piedi per terra, qualche piccolo aggiustamento al ribasso lo potremo osservare. Per il momento godiamoci i rialzi...



lunedì 9 novembre 2020

Biden e Pfizer


 ... da dove cominciare? Stamani le borse asiatiche ed europee stavano festeggiando la vittoria di Biden ed eravamo già più che contenti, poi verso le 13 la Pfizer se ne esce con la notizia che il suo antivirus copre efficacemente il 90% di coloro che sono incappati nel Covid19 ed i mercati non stavano più nella pelle...

Ma andiamo con ordine: Biden ha vinto le elezioni ma NON ha stravinto. L'ondata blu non si è vista e tutto sommato anche il risultato di Trump non è da buttare. L'America praticamente è divisa in due e ci sarà tanto lavoro per ricompattarla. Nel frattempo Biden dovrà pilotare l'America tenendo conto che avrà contro il Senato (lo sapremo con certezza il 5 di gennaio dopo che la Georgia repubblicana avrà fatto la sua scelta) e dalla sua potrà contare sul Congresso che comunque ha perso una quindicina di candidati democratici (un segnale da non sottovalutare). Ciò significa che difficilmente Biden potrà realizzare il suo programma come dichiarato durante la campagna elettorale: un aumento significativo delle tasse, delle paghe orarie e i 2.3 trilioni  per l'aiuto alla crescita economica  sono da ridimensionare, da qui la festa delle borse.

Ciò che il mercato NON ha ancora scontato, sono due fattori: 1) gli eventuali capricci di Trump, soprattutto se  continuerà a negare il risultato fino al 20 di gennaio con tutte le conseguenze del caso

 2) La Georgia decide che al Senato ci vanno due democratici (quasi impossibile). 

 Sopratutto per il punto numero uno siamo curiosi di vedere cosa succede nei prossimi giorni.

Poi un po' prima delle 13 Pfizer pubblica la notizia del suo antivirus (pronto a quanto pare per fine mese)  e le borse mettono il turbo: soprattutto i titoli che sono stati estremamente penalizzati, quali assicurazioni e riassicurazioni, finanziari, compagnie aeree, ecc. prendono il volo. Penalizzati: le compagnie farmaceutiche concorrenti, giochi e intrattenimento da casa  ed in generale tutto quello che ha preso il volo durante la pandemia.

Per coloro che hanno un portafoglio "old style" diremmo di tenere per qualche giorno almeno.



La Svizzera, pur essendo un po' schiacciata da Roche,Givaudan, e Nestle, è persino riuscita a riportarsi sopra i 10500 punti: siamo in ipercomprato, di norma una correzione può esserci, ma considerata la portata della notizia di Pfizer probabilmente i mercati vivranno di rendita per qualche giorno. Poi vediamo durante la settimana se sarà il caso di alleggerire.





Dollaro/chf ed euro/chf stanno pure essi reagendo alla notizia e, per la soddisfazione della BNS, si stanno allontanando dai supporti... Anche l'oro ovviamente sta correggendo...


venerdì 6 novembre 2020

Elezioni USA: non è ancora the end...


 Sembra che queste elezioni made in USA stiano seguendo un copione scritto da un autore dotato di buona fantasia. Atto primo: si inizia a votare per corrispondenza diversi giorni prima del 3 di novembre. Causa covid19 al seggio ci andranno solo i negazionisti, i terrapiattisi e probabilmente pure la consigliera spirituale di Trump ( vedi video ) oltre che, ovviamente, una nutrita rappresentanza dei Repubblicani. Mentre coloro che alla salute ci tengono, voteranno per corrispondenza e tra questi pare ci sarà una marea di Democratici. Trump mette le mani avanti, dà una svegliata ai suprematisti, e  avverte: attenzione ai voti fasulli... 

Atto Secondo: il giorno delle elezioni arriva. Ai seggi ci vanno i Repubblicani: conti i voti e Trump dice che ha vinto. Peccato che un centinaio di milioni di voti sono stati espressi per corrispondenza. Inizia la conta: tempo previsto per finire il lavoro non meno di 3 giorni. (Ndr:  francamente crediamo che siano troppi  tre giorni per contare da uno a cento milioni, un numerone è vero, ma insomma, senza disturbare gli algoritmi che sono occupati a manipolare i mercati finanziari, mettere assieme una squadra abile con i pallottolieri (magari made in China)  non dovrebbe essere difficile).  Comunque ad un certo punto della conta, pare che Biden sia in testa. 

 Pausa: mercoledì in serata, a spoglio non ancora terminato, alcuni  Stati mandano a dormire coloro che stanno contando. Confusione tra le fila degli agitatori Repubblicani che, piazzati fuori dai seggi,  vorrebbero far smettere di contare là dove Trump è in vantaggio, mentre alludendo alle 44 Magnum  che hanno nella fondina, vorrebbero uno spoglio senza interruzione  là dove il loro beniamino è in svantaggio.

  Atto terzo: lo stanno ancora scrivendo, ma alle 14:11 di venerdi 6 novembre pare che Biden, mangiandosi anche la Georgia, abbia fatto passare una notte in bianco a Trump che nel frattempo minaccia azioni legali a destra e a manca "perché gli stanno rubando le elezioni". A questo punto se Biden vince in Pennsylvania i giochi sono fatti. 

Atto quarto: ci sono alcune versioni possibili del copione. La più probabile è che nei prossimi giorni Biden sarà proclamato presidente, mentre più difficile sapere se avrà dalla sua sia la Camera che il Senato. La paventata devastante onda blu non si è palesata e allo stato attuale, soprattutto al Senato, pare che non sarà così semplice avere la maggioranza e se maggioranza sarà,  potrebbe essere troppo risicata per condurre senza limitazioni gli Stati Uniti 'd'America.

Per il momento comunque i mercati non sembrano troppo preoccupati: il VIX non mostra segnali di inquietudini particolari, anzi in questi giorni è addirittura in ritirata...


Oggi le borse si stanno prendendo un momentino di pausa: nulla di straordinario, il Presidente è quasi certo ma il week end e il post elezioni potrebbero preoccupare un poco... quindi oggi, con moderazione, si vende.



Con l'arrivo probabile di Biden il dollaro sta cedendo... ma era previsto.


Mentre i metalli stanno reagendo al rialzo: l'oro in questi giorni ha fatto bene, quasi un 3%. Un punto e mezzo della performance è dovuta alla correlazione inversa con il dollaro, mentre l'altro punto e mezzo è a causa delle incertezze elettive. Non dovrebbe comunque andare oltre 2000$ all'oncia.

5 minuti fa sono usciti i dati sull'impiego negli USA: meglio del previsto ma a quanto pare non interessa a nessuno: il mercato non ha fatto una piega...

Ovviamente noi seguiremo l'iter presidenziale anche durante il week end e vi terremo informati.


Buon fine settimana!!

giovedì 5 novembre 2020

Sarà Biden? probabile...


 E' abbastanza probabile che fino a domani non si saprà chi sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti: Biden è in testa, gli manca una manciata di Grandi Elettori, ma non vogliamo dare nulla per scontato. Nel frattempo Trump sta scaldando i motori e impostando il navigatore in direzione della Corte Suprema.

Vedremo...

Ieri comunque è stata una giornata, diremmo, parecchio positiva e pure stamani le borse si sono portate avanti con i lavori. Risultato: lo SMI si ritrova allo stesso livello di fine settembre e anche le altre borse stanno reagendo; non male!

Evidentemente al mercato non importa più di tanto se a governare gli USA sarà l'uno o l'altro dei due candidati, l'importante è togliersi quest'incertezza di mezzo.

Lo stile di conduzione di Trump lo conosciamo, così come il suo programma. Se invece sarà Biden, con ogni probabilità si troverà alla presidenza con la Camera dei rappresentanti in mano ai Democratici mentre il Senato  sarà probabilmente ancora influenzato dai Repubblicani. 

Se questo è lo scenario più probabile, potremmo pensare che per Biden non ci sarà carta bianca e dovrà fare i conti con uno dei due rami del parlamento che gli remeranno contro.

Già ci immaginiamo il Senato, alimentato dal carburante repubblicano,  che riscoprirà una certa rettitudine fiscale e verosimilmente bloccherà la serie di interventi a favore dell'economia tanto attesi, o meglio detto,  ne limiterà l'applicazione. Quindi dei 2.5 trilioni attesi ne vedremo  molti di meno. Non bene per le borse.

Ma sarà sempre grazie al Senato che probabilmente la spinta rialzista che Biden vuol imprimere alle tasse, sia per le persone fisiche che per le società, potrebbe venir ridimensionata. Buono per le borse (il future sul Nasdaq è su di 300 punti :-) ) 

L'importante ora è capire chi sarà il presidente e soprattutto c'è da sperare che non si arrivi a menar le mani nelle piazze... A parte l'impietoso spettacolo,  contribuirebbe a far schizzare la volatilità:  non bene per i mercati e malissimo per l'immagine della democrazia diretta. 

Affaire à suivre!


mercoledì 4 novembre 2020

Nubi nere all'orizzonte...

 


...E' abbastanza probabile che qui finisce che litigheranno di brutto! Da ambo le parti per il momento sembra regnare una relativa calma ma è esattamente quella che precede la tempesta che arriverà, ne siamo quasi certi, a lambire la Corte Suprema,  recentemente rimodellata ad uso e consumo di Trump.

Per oggi mettiamoci il cuore in pace ma di risultati certi non ce ne saranno e se tutto va bene dovremo aspettare giovedì o venerdi. 

I mercati finanziari per il momento sembrano scontare una vittoria di Trump con i futures sul tecnolgico ben impostati e alcuni settori come quello farmaceutico che hanno già messo lo champagne nel frigorifero.


Anche lo SMI sembra approfittarne: chiuso il gap ieri, ha continuato il suo recupero fino a portarsi a ridosso della resistenza a 10150/10200 . Non male: in 4 giorni ha recuperato i 2/3 del movimento negativo innescatosi a metà settembre. 


Stamani a trainare l'indice ci hanno pensato due classici del listino: Roche e Novartis. Stiamo comunque attenti perché se dovesse vincere Biden su questi due titoli si scatenano le vendite.

Che fare ora? buona domanda... per il momento non ci lasciamo prendere da facili entusiasmi: se si andrà a litigare,  la volatilità inevitabilmente andrà accentuandosi. Se vince T. probabile che sul breve i settori da privilegiare sono ancora quelli tecnologici, l'energetico "old style" e i finanziari (che già ieri si stavano muovendo...)
Se serà B. un occhio di riguardo al mondo ESG e ai ciclici è d'obbligo... 

Una volta che sapremo CHI sarà il nuovo presidente vedremo di dare una bella rinfrescata alla asset allocation dei portafogli.

 

martedì 3 novembre 2020

Diario di un'elezione...

04:11

Se vittoria di Trump sarà, bisognerà comunque aspettare diverse ore ma persino giorni per poterla confermare. Ciò non toglie che i mercati finanziari stanno già facendo le loro scommesse: il future sul nasdaq sembra aver già deciso chi vince. Infatti tutto il tecnologico che sappiamo ha beneficiato a piene mani del taglio delle tasse con una riconferma di Trump può da questo punto di vista stare tranquillo per i prossimi 4 anni. Un rimbalzo del 4% significa aver già stappato lo champagne...

03:23

Appare sempre più chiaro che questa elezione sarà molto contesa: addirittura in questo momento Trump è in testa, di poco, ma non doveva a questo punto dello spoglio trovarsi dove si trova...

Le monete si stanno muovendo e scontano una possibile vittoria trumpiana




...anche euro/dollaro si sta  muovendo

... e per la felicità della nostra Banca Nazionale anche euro/chf è andato sotto pressione con un franco che da mesi non si vedeva sotto 1.07

02:50

L'onda blu sembra essere un po' meno azzurra: Trump probabilmente si piglia la Florida con 29 grandi elettori (GE) , il Michigan con 16 GE e l'Arizzona con 11 GE ma per vincere deve a questo punto portarsi via la Pennsylvania con i suoi 20 GE ed arriverebba a 272 GE e quindi riconfermato


01:59

In Florida i due candidati sono staccati da 2000 voti con Trump in leggero vantaggio... Futures azzerati e dollaro in rialzo...

Dollaro in ripresa... Trump sembra rafforzarsi come la valuta americana...




01:42

Biden in advantage (for the moment) both in Florida and in Goergia but the dollar, with closed bags is the only indicator, is on the rise and this should indicate an advantage for Trump: in short, difficult to understand ... let's be patient

01:07

In Indiana, traditionally Republican, Trump ahead ... it seems that in Florida is also ahead, but caution, only 3% was scrutinized

Usd: 0.9097








01:38

Biden in vantaggio  (per il momento) sia in Florida che in Goergia ma il dollaro, a borse chiuse è il solo indicatore, è in rialzo e questo dovrebbe indicare un vantaggio per Trump: insomma difficile capire... portiamo pazienza

01:11

In Indiana, tradizionalmente repubblicana, Trump avanti... sembra che in Florida sia pure avanti , ma prudenza, solo il 3% è stato scrutinato

Usd: 0.9091... qualche cosa si sta muovendo... 



00:53

Partecipazione record alle elezioni... stiamo aspettando alla 1:00 i risultati della Georgia che potrebbero già dare un'indicazione importante... a seguire la Florida.. Sembra che Trump stia tweetando ai suoi sostenitori che tutto sta andando bene...

00.06:

Trump, considerati gli exit pools, non intende per il momento fare nessun tipo di intervento riconoscendo una eventuale sconfitta... non avevamo dubbi!

USD giù...

23:59

Fra una mezz'oretta potrebbero già esserci i primi risultati effettivi... lo spread sul dollaro tra bid ed ask si sta riducento: da 15 bps a 3... interessante...

23:12

Di ritorno dalla cena, ci troviamo confrontati con una pseudo-conferenza stampa di Trump che improvvisamente ha perso la sua proverbiale baldanza: il viso del presidente era tutt'altro che rilassato in quanto gli ultimi pools gli davano una probabilità di vincita al 10%... per quanto possano essere poco veritieri un tale scarto farebbe perdere l'ottimismo a chiunque. 

L'incertezza per il momento è ancora dominante: 


il vix è in rialzo...



Il dollaro apparentemente langue ma bid ed ask si è allargato come quando domina l'incertezza: 15 basis points tra bid ed ask sono molti: di norma sono 2 o 3...


Per il momento ad un'ora e venticinque dalla chiusura dei seggi, i futures sulle borse sono sostanzialmente piatti... meno male!

Per il momento sembra comunque una importante onda blu che avanza decisa...

17:50


Mercati europei han chiuso in gran spolvero... L'america è praticamente una fotocopia...


...era un po' di tempo che lo SMI ha chiuso con un verde speranza del tutto uniforme: banche ed assicurazioni in forte recupero.

16:49

 un nostalgico ci ha fatto pervenire questo tweet pubblicato direttamente dal The Tweeter in Chief:

tweet

Che dire... un attore nato...

16:42

Bloomberg mette in evidenza come in alcuni Stati la guardia nazionale è in allerta per paura delle reazioni post-elettorali. Intano i commercianti stanno iniziando a blindare i negozi... Come la interpretiamo una notizia simile???


 15:58



Il dollaro sta per il momento scontando una vittoria di Biden.... dovesse materializzarsi un secondo mandato per Trump assisteremo ad un repentino cambio di direzione...