Ieri si è conclusa una settimana dove abbiamo assistito al consolidamento delle quotazioni azionarie, che nella settimana precedente sono state sostenute soprattutto dagli annunci di Pfizer e Moderna che sono quasi pronte alla distribuzione del loro vaccino anti-covid19.
E' probabile che a breve altre aziende farmaceutiche saranno pronte a fare lo stesso tipo di annuncio ma temiamo che gli effetti sui mercati finanziari saranno meno esplosivi, essendo questi ultimi in parte già scontati nelle attuali quotazioni: se avete notato l'effetto dell'annuncio di Moderna è durato una mezza giornata di borsa. Cosa potrà far muovere, in ambo le direzioni, le quotazioni nelle prossime settimane? E' la domanda che si stiamo ponendo da diversi giorni...
Mercoledì abbiamo già messo in evidenza quanto le borse di mezzo mondo in questo momento presentino dei multipli, che per essere sostenibili, necessitano di una conferma degli utili societari o meglio ancora di un loro ulteriore aumento, pena una correzione delle quotazioni.
Ma guardiamo cosa sta succedendo nelle tre macro aree che teniamo sotto controllo partendo dagli Stati Uniti dove stanno quotidianamente arrivando piccoli segnali di un rallentamento della crescita economica:
era da settimane che gli "Initial Jobless Claims" non subivano un rialzo (742k) in barba alle aspettative (700k), non una grande differenza, ma comunque anche questo un segnale che il percorso verso un ritorno alla normalità non è una semplice formalità ed una crescita economica duratura è un obiettivo non raggiunto. Per farlo servono urgentemente nuovi stimoli di natura monetaria e/o fiscale: sembra che Repubblicani e Democratici venerdì si sono detti possibilisti sulla ripresa di un dialogo. Lo sperano tutti e alla fine, sempre che si parlino, vedremo se avranno partorito un topolino oppure se tutto sommato un'America pronta a tornare in recessione non interessa a nessuno dei due.
Mai come quest'anno siamo anche piuttosto curiosi di vedere cosa succederà durante il Black Friday (27.11.2020) che notoriamente dà il via alla stagione degli acquisti natalizi ed è un buon banco di prova dove testare la propensione al consumo degli americani, ma non solo. Se è vero che molto di quello che verrà acquistato passa per il canale dell'e-commerce, non dobbiamo dimenticare che non tutto il commmercio segue questa via: con 200'000 persone al giorno ( dato di ieri) che vengono purtroppo colpite dal virus, prevediamo un Natale piuttosto sottotono.
In Europa non siamo messi molto meglio: i contagi faticano a diminuire e per quanto ci si sforzi, adottando provvedimenti da semi-lockdown, per sperare in un Natale senza troppe costrizioni, l'umore della gente non pare essere quello di coloro propensi a spendere motagne di denaro. Siamo sempre pronti a riconsiderare questa nostra affermazione, in quanto una reazione contraria a quel che ci suggerisce il buon senso, è sempre possibile ma non probabile. Se pensiamo a quante cene aziendali saranno soppresse e a quanti rinunceranno alle vacanze di fine anno, una parte del danno è già fatto.
Ma c'è una un'altra spada di damocle che pende sulla testa degli Europei che stanno aspettando da mesi gli aiuti della Comunità bloccati dall'ostruzionismo portato avanti da Polonia ed Ungheria che hanno posto un veto alla proposta dell’Unione europea di un bilancio settennale pari a 1.150 miliardi di euro e di un fondo europeo per la ripresa da 750 miliardi di euro (il Recovery Fund). Sebbene i due Paesi siano i maggiori beneficiari di questi fondi, i loro governi si oppongono alla condizionalità sul rispetto dello stato di diritto. Insomma, pare che i due paesi, che non accettano le elementari norme a difesa dei diritti dei cittadini, stiano tenendo in scacco l'intera Europa. Mica roba da poco e più il tempo passa, maggiori saranno le difficoltà nel rimettere in moto decentemente la macchina economica. Questo è un grosso rischio e la cosa strana è la seguente: provate a cercare la notizia (di ieri...) sui principali giornali italiani: impossibile da trovare se non con la lente di ingrandimento... infatti che lo dice agli Italiani che i fondi tanto attesi son bloccati?
Poi gettiamo uno sguardo a quanto succede in Asia: è passata sottotono la notizia che dopo anni di approfondite discussioni è nata la più grande area di libero scambio al mondo, il RCEP: un patto che riguarda il 30% dell'economia mondiale e che coinvolge 2.2 miliardi di consumatori, con ovviamente la Cina in testa, ma nel club troviamo anche il Giappone (!), l'Australia e la Corea del Sud solo per citarne alcuni. Ergo, mentre in America ed in Eurpoa si litiga, gli Asiatici si stanno coalizzando per facilitare gli scambi economici evitando accuratamente di appesantirli con dazi e quant'altro. Stiamo forse sbagliando strategia?
Per terminare vediamo velocemente qualche grafico, solo per fare il punto della situazione:
Lo SMI ha praticamente consolidato durante questa settimana la sua posizione: a prevalere sono ancora stati i ciclici che a nostro avviso hanno ancora un po' di potenziale ma si sta rapidamente esaurendo. Vedremo se la prossima settimana sarà intelligente alleggerire qualche posizione. (Tipo abbn ...)
Tutto sommato poco mosso anche il dollaro contro chf... non vorremmo forzare troppo l'intrepretazione del grafico ma potrebbe essere in corso la formazione di un spalla testa spalla rovesciato che se supera quota 0.92 potrebbe portare il dollaro a 0.94... non fateci troppo affidamento ma se dovesse essere il caso vi avvisiamo.Anche euro dollaro è sato poco movimentato ma comunque il trend è a favore dell'euro...
Un paio di settimana fa l'annuncio di Pfizer ha permesso all'euro di recuperare un centinaio di basis points ... da allora tiene quota 1.08 ma per il momento non va oltre.
Con la prospettiva di un antivirus in arrivo, l'oro ha perso qualche decina di dollari per oncia. Per il momento il supporto è a 1860. Teniamo le posizioni ma non ne aggiungiamo delle altre, per il momento...
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