Lo S&P 500 ha oramai un P/E superiore alle 28 volte ed è di gran lunga superiore al valore mediano di 19.58 degli ultimi 7 anni. E' un valore parecchio elevato e se non ci saranno dei miglioramenti in fatto di utili aziendali potremmo anche aspettarci una bella correzione.
E' vero che in arrivo dovrebbero esserci gli aiuti, senato permettendo, promessi da Biden, ma dovremo incrociare le dita e aspettare ancora un paio di mesi: nel frattempo un piccolo campanello d'allarme sta suonando... Se corregge l'America, sappiamo cosa può succedere al resto delle borse mondiali...
A controbilanciare il P/E dello S&P può venir utile il grafico qui sopra riportato: in sostanza il dividendo del 70% delle società facenti parte dell'indice, superano la resa del Treasury a 10 anni. Questo in sostanza è uno dei motivi che hanno spinto le azioni tanto in alto e a quei livelli , fatto salvo un improvviso e non atteso aumento delle rese obbligazionarie, dovrebbero restarci.
Leggermente meglio la situazione per quanto riguarda lo SMI (ed in generale per le altre borse europee) dove abbiamo un di P/E di 24.89, un paio di punti sopra la mediana degli ultimi 7 anni (22.84). Gli analisti, anche in virtù del fatto che un gran numero di titoli ciclici sono presenti nei listini del nostro continente, sono più positivi nei riguardi dei mercati europei, ma comunque non siamo proprio tranquillissimi... Anche questi non sono più a sconto...
Per le borse di tutta Europa, oggi è una giornata piuttosto fiacca: da qualche giorno si flirta con la resistenza e superarla non sarà facile. Gli annunci dei prossimi antivirus potrebbero non bastare e a questo punto dovremo forzatamente orientare la nostra attenzione ai dati macro dell'economia che speriamo saranno tendenti al bello... se non fosse il caso un alleggerimento delle posizione s'impone.
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